Un bar notturno dove gli avventori si conoscono tutti fra loro. Più per nome che per cognome.
Da un vecchissimo juke-box in fondo alla sala,
provengono le note della canzone che vi aggrada.
In Primo Piano, Adolgiso parla con i suoi amici di sempre, sfaccendati o peggio.
…scommettiamo che riuscirò a scrivere a Bertinotti
più lettere di chiunque altro?
Dite di no?…Ho già cominciato da un pezzo! La prima
lettera gliel'ho mandat…e dalli a non crederci! Vabbè,
ho le prove…questa è la cartolina che rilasciano
alle Poste quando si fa la raccomandata…la vedete?…numero
11796212704-9…A.R.3426…in partenza il 31-5-01 dall'Ufficio
PT Roma 49…ci credete mo'?…Ah, finalmente!
Lui è un simpatico…colto, raffinato, usa buone maniere…dico
sul serio!…peccato che ci abbia il cognome che comincia
per Ber e mi ricorda qualcun altro. Intendiamoci, c'è gente
brava ad avere quella sillaba iniziale nel nome: la principessa
Berenice, il critico d'arte Berenson, il genetista Berg, l'attrice
Bergman, la filatrice Berta, e poi Bergonzoni, Bergson, Berlioz,
Bernard, Berni, Bernini, Bersezio, Bertolazzi, Bertoldo, Bertolucci
padre e figli, senza dimenticare Berlinguer…ma chissà quanti
altri ne scordo…ah! per esempio, il mio amico Bernardi,
e Berno, una donna tutta pepe, simpatica proprio, che ho conosciuto
due mesi fa a Torino, ci ho bevuto qualche bicchiere insieme,
e meno male che doveva tornare al lavoro sennò avremmo
fatto notte, mi conosco bene, e quella lì poi ve la raccomando…
Però, ci sono pure dei personaggi che a me non vanno giù…chi?…mah...quei
musoni di Ingmar Bergman e Alban Berg, e poi Beria, Bernadette,
Bernadotte, Bernanos, Bernardo di Chiaravalle…e state pur
certi che qualcuno manca all'elenco.
Sia come sia, ho scritto a Bertinotti prendendo con lui un solenne
impegno nel fare una certa cosa parecchio impegnativa che sta
scritta in quella lettera lì, e la farò nonostante
sia alquanto faticosa. Durerà nemmeno io adesso so per
quanto tempo…forse anni…no no!…non se ne parla
neppure!…non ve la leggo la lettera!…uffà, è tardi!…come?…una
birra alta?…e vabbè, ecco qua.
Egregio On.le Bertinotti,
il destino vuole che Lei ed io abbiamo in comune una cosa: il
giorno, il mese e l'anno di nascita.
Tutto il resto ci divide, a cominciare dalla località natale:
Lei Precotto, io Napoli, ma la data è la stessa; ne deduco
che quel giorno sulla nostra amata patria gravava un ben triste
oroscopo!
Dal '94 Lei guida Rifondazione Comunista…già quel
sostantivo è sconsiderato…perché forse nulla
può essere rifondato, nessun'idea, nessun ideale, nessun'immaginazione,
nessun sentimento; si provi a rifondare un'amicizia o un amore,
si moltiplicano soltanto i cocci.
Quel prefisso ri che precede - in questo caso - fondazione è sempre
un tragico morfema.
Onorevole, mi creda, di morfema si muore. Mai più i ri!
Meglio non rifondare.
Nemmeno le cose buone. Neanche, a mo' d'esempio, il rinascimento
o la ribollita.
Figuriamoci il comunismo che, forse, quando fu pensato (e non
ripensato) era una buona cosa, ma che ha dato tanta cattiva prova
di sé come forma di governo - presso popoli anche assai
diversi fra loro per storia, economia, lingua, tradizione - da
renderne vivamente sconsigliabile ogni replica.
Viene detto: "Già, ma dov'è fallito l'hanno
fatto male". Vabbè, ma quante ne dobbiamo aspettare?
Immagini i sostenitori di una tecnica terapeutica che, praticata
da medici di vari paesi, abbia mandato all'altro mondo finora
tutti coloro i quali si sono affidati a quella cura, dire: "Già,
ma è stata applicata male". Vabbè, sarà pure,
ma mo' chi si reca, fosse pure da un nuovo clinico, di quella
stessa scuola scientifica per giovarsene, è un disinformato,
o uno spericolato, o peggio.
Vallo a trovare uno che mi schioda da st'idea!
In verità, un uomo è stato vicino a realizzare
l'impresa. Sapesse, talvolta sentendolo parlare del comunismo,
mi son detto: "Armando, quasi quasi dovresti diventare comunista!";
la prima sillaba del cognome, Ber, di quel persuasivo oratore è sciaguratamente
uguale a quella del Suo, ma non se ne curi, sono disgraziate
coincidenze dell'onomastica, crudeli scherzi oulipiani dell'antroponimia.
Ma, comunismo o no, rifondato o no, capisco, perfino io, che
una legge d'ingegneria politica suggerisce ad alcune teste di
calcolatori politici (e Lei a quelle teste operanti appartiene
per vocazione) di non lasciare spazi vuoti sennò qualcuno
li occupa. E diligentemente, in seguito alle note vicende del
PC italiano…intendo Partito Comunista, non Personal Computer…Lei
quello spazio lo ha occupato ed ora gestisce una piccola bottega
che vende souvenir a turisti elettorali nostalgici. Bottega,
va detto, messa su con gran buon gusto, con l'arredamento ispirato
all'Arte Povera che - come ben dice il teorico Germano Celant
- è un'arte "tesa a ridurre ai minimi termini, ad
impoverire i segni, per ridurli ai loro archetipi". I clienti
non mancano. Ad esempio, molti dei miei amici acquistano (e,
soprattutto, spendono) da Lei, è tutta brava gente, come
la maggior parte dei Suoi elettori, persone intelligenti, ma
così buone che - Lei ci creda o no - basta il primo che
passa per fare loro una sòla, come si dice a Roma, un
bidone a Napoli, e un pacco a Milano.
Sì, può andare fiero di come vanno le Sue cose.
Pensi, invece, a quanto accade al Suo triste dirimpettaio Rauti,
sta sempre fuori del negozio perché lì c'entra
poca gente mesta, e lui a mordicchiarsi le unghie nel vedere
col tappetino sul marciapiede certi giovanotti extrafascitari
calvi i quali offrono gli stessi oggetti che pure lui vende.
A dire il vero, Rauti e quei ragazzotti, hanno cianfrusaglia,
reperti ornitologici, robe tutte nere, sembra un'attrezzeria
cimiteriale, io quando passo di lì, mi scusi l'espressione
un po' forte, mi tocco le palle!
Aggiungo subito che non intendo introdurre qui surrettiziamente
un'equivalenza fra la sua merce e quell'altra, non esiste proprio,
ma è chiaro a tutti…forse anche a Lei.
In Fausto, poi, speranza, sorrisi e allegria.
Soprattutto allegria. Mi piace la gente allegra. La più recente
volta che ho visto Lei in tv, ricordo ch'era la sera del 13 maggio
di quest'anno 2001 (tanta precisione non è pignoleria,
nel finale di questa lettera s'accorgerà ch'è necessaria
questa scrupolosità), era addirittura raggiante. Confesso
che mi sono sorpreso. Ma come, passa dall'8% dei voti del '96
al 5% d'oggi ed è così allegro? Ma i miei amici
- la metà erano Suoi elettori - che con me guardavano
la tv, mi hanno spiegato pazientemente, come si spiegano le cose
d'adulti ai bambini, che Lei gioiva perché aveva superato
il 4% e, inoltre, aveva dimostrato all'Ulivo…e via a sciorinare...
no, brutto verbo, può far pensare ad altro, diciamo: ad
illustrare a me le Sue ragioni. "Ho capito!" dissi
battendo lietamente le manine "Allora è proprio una
gran testa di capitano del popolo! Come pensavo da qualche tempo!"
Quella sera, un altro leader era allegro quasi quanto Lei, un
ipercomandante: Massimo D'Alema.
Ma come, la coalizione dell'Ulivo ha perso ed è così allegro?
Ma i miei amici mi hanno spiegato puntualmente che gioiva perché aveva
vinto a Gallipoli riguadagnando il seggio e, inoltre, aveva dimostrato
all'Ulivo…e via a sciorinare...no, no e poi no, stavolta
il verbo non lo cambio.
"
Ho capito!" dissi battendo di nuovo lietamente le manine "Allora è anche
lui proprio una grande testa, forse non proprio quanto quella
dell'Onorevole Bertinotti, ma fra loro è una bella lotta!"
Sì, D'Alema ha portato il suo schieramento dal 21,1% del
'96 al 16,6% del 2001, ha perso le elezioni europee del '99,
le regionali del 2000, nonché i referendum del '95 e dell'anno
scorso; e chissà cosa mai sta studiando oggi per stupirci
ancora, diavolo d'uno stratega!
E' un record notevole, ma non si scoraggi Onorevole, anche Lei
può produrre un invidiabile score:
la sconfitta operaia da Lei guidata a Torino nell'80 con tutta
l'incidenza che ha avuto nel sindacato e nella società italiana,
da sola basterebbe a pareggiare i conti con il vincitore di Gallipoli,
ma può esibire anche dell'altro, via, non faccia il modesto!
Mi dicono che con D'Alema non va d'accordo. Ma perché?
Fate pace. Insieme chissà quali nuovi emozionanti traguardi
potete raggiungere. Meravigliateci, via! Aspetto notizie. Ci
conto, eh?
Sono tra coloro che non Le imputa il mancato accordo con L'Ulivo.
Non si può ragionare addizionando il suo 5% ai voti per
Rutelli, se foste stati insieme parecchi Suoi elettori non l'avrebbero
seguito in questa scelta, e altri non avrebbero votato per l'Ulivo
perché c'era pure Lei sotto l'albero. Io no, l'Ulivo lo
avrei votato nonostante questo, giudicando, ingenuamente forse,
più importante battere le Destre che non vincere a Gallipoli
o beccare un 4%.
No, il Suo capolavoro lo ha realizzato ben prima, con lungimiranza,
nel 96', sgambettando Prodi; i maligni dicono che lì c'entrassero
pure D'Alema e Marini, non s'arrabbi, i soliti malevoli!
Se ha avuto la pazienza e la bontà di seguirmi fin qui,
La premio avviandomi alla conclusione.
Ho deciso d'inviarLe questa stessa lettera ogni mese fino alle
prossime elezioni generali.
Ogni mese: mestruo di memoria politica sanguinante, quota condominiale
della casa dell'espiazione.
Per ripeterLe, ogni 30 giorni appunto, un'espressione che sono
certo vorrà apprezzare nel suo fresco sapore popolaresco,
nella festosa genuinità della locuzione che così suona:
ma và affanculo!
Mi creda, non c'è niente d'aspro, nonostante sia da me
pronunciata con partecipata veemenza.
Né il passaggio dal Lei al Tu è improntato a sfrontatezza,
in terza persona quell'esortazione perde in efficacia e giovialità,
acquista un tono sussiegoso, manierato, volgare.
Insomma, resti allegro. Ci tengo. Non si turbi per quanti di
noi dissentono dai Suoi convincimenti.
Fra questi, perfino qualche ragazzaccio, pure autorevole ma con
la bocca ancora sporca di Nutella.
Però lo capisco quello lì. Forse perché nello
spettacolo ci lavoro, senza grandi glorie ma con passione (ho
contributi Enpals che testimoniano oltre trent'anni di professionismo
esercitato a danno di spettatori e ascoltatori); fra pagliacci
- come talvolta graziosamente veniamo chiamati - noti, meno noti
o ignoti che siano, ci si capisce. Con i politici (loro sì,
rinchiusi in torri d'avorio) no.
Termina qui questa lettera di un elettore che ha votato per l'Ulivo
solo per contrastare, invano, gli avversari, non condividendo,
infatti, molte scelte di governo del centrosinistra, non appartenendo
ad alcun partito, né gruppo organizzato, né a religioni,
specie a quelle monoteiste che detesto.
Mi viene un dubbio…venissi
scambiato per radicale? No eh, non scherziamo, non mi
voglio male và fino a questo
punto. Quando si sono battuti per il divorzio e l'aborto, benissimo,
ma dopo!
Ah, poi la Bonino non riesce ad essere
sempre allegra, lo è solo
quando stravince, non vale!
Farò in modo d'inviarLe questa
lettera da ora in avanti ogni mese, mi scusi se non mi produco
faticando in una più assidua
spedizione, ma il lavoro m'impedisce di assumere con Lei impegni
attivi più serrati nonostante
molto mi piacerebbe. Gliela mando solo una volta ogni trenta
giorni e
non si dica che questo mese non l'ho
già mandata.
Casomai Lei dovesse lasciare la Segreteria,
sospenderò gli
invii, sarebbe ingeneroso proseguirli.
Ulteriormente confermandoLe i sentimenti di cui sopra, Le invio
i miei migliori saluti.
lì, 31.05.'01
Oggi, da Roma…e
poi segue firma.
Come dici?…Ma tu guarda!…Chi l'avrebbe mai detto!…Da
te non me l'aspettavo…sì, è vero, mettendo
in fila le iniziali delle ultime dieci righe viene fuori un
certo acrostico…
Ma la lettera è disseminata anche d'altre gàbbole…eh
no! se le scoprite da soli va bene, sennò le rivelerò solo
fra qualche tempo, quando lo riterrò necessario.
'Notte, ci vediamo domani.
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