Un bar notturno dove gli avventori si conoscono tutti fra loro. Più per nome che per cognome.
Da un vecchissimo juke-box in fondo alla sala,
provengono le note della canzone che vi aggrada.
In Primo Piano, Adolgiso parla con i suoi amici di sempre, sfaccendati o peggio.
Scommettiamo un Campari che non sapete la storia di Nicolas-Jacques Pelletier?... chi?... il centrattacco del Saint-Étienne… ma voi solo calcio e Corriere dello Sport, eh? No, non è lui.
Raccontai la sua storia, o meglio, la sua fine, anni fa a Radio Rai, dove scrivevo un programma con la finalità d’illuminare aspetti meno noti di certi episodi della storia e della cronaca. Pezzi brevi, 2’ o 3’00”, recitati da Giancarlo Cortesi su musiche di Guido Zaccagnini.
Come?... recitare io adesso quella storia?... non se ne parla proprio… visto che ora è?... mi offrite una birra alta?... se è così, non posso rifiutare. Allora ascoltate.
Il 20 marzo 1792, fu adottata la proposta del medico Jean-Jacques Guillottin il quale, nel dicembre del 1789 aveva proposto, per motivi umanitari, uno strumento adatto alla decapitazione che sostituisse l’ascia del boia. Determinante per la decisione dell’Assemblea fu il parere favorevole del chirurgo Antoine Louis; da qui, poi, il nomignolo di Madame Louisette affibbiato a quell’attrezzo.
Ma già mesi prima dell’approvazione definitiva, ci si era dati da fare per approntare la macchina, in modo che avvenuta la ratifica assembleare, potesse entrare in funzione con massima celerità.
L’incarico della realizzazione, fu affidato al falegname Guédon, fino allora fidato fornitore delle forche, ma costui, mosso dall’avidità di guadagno, chiese ben 5.660 livres! La richiesta, giudicata esorbitante, fu respinta e si fece allora avanti per ottenere la commissione il tedesco Tobias Schmidt, costruttore di clavicembali, che chiese 330 franchi per il lavoro: l’ottenne.
In fondo, forse si pensò, con qualche avvilente approssimazione, anche la ghigliottina, come lo strumento musicale di cui era esperto Schmidt, si avvaleva in qualche modo di corde metalliche, congegni a molla, liste di legno...anche se Mastro Tobias non era all’altezza della fama di certi suoi connazionali: gli Haas, i Grabner, i Silberman...i quali, poi, ammesso che avessero accettato l’incarico, chissà mai quale cifra avrebbero richiesto! Insomma... meglio herr Tobias.
Costui, infatti, non deluse le aspettative. In meno d’una settimana fece i disegni, perfezionati da Luigi XVI, i fogli sono custoditi all’Archivio Nazionale di Parigi; quel re ignorava che, pochi mesi dopo, avrebbe sperimentato su sé stesso la sua valentia ingegneristica.
Seguirono varie prove su cadaveri e animali, e quando la ghigliottina fu definitivamente adottata per legge, era già bella (si fa per dire) e pronta.
Il primo ad essere giustiziato col nuovo procedimento, il 25 aprile del ‘92, fu un grassatore: Nicolas-Jacques Pelletier.
Costui era rampollo di buona famiglia, e il padre, un tempo, per arricchirne l’educazione lo mandava a lezioni di musica dal musicista Henri Vrainon, presso il quale il giovane Pelletier aveva seguito con profitto i corsi di clavicembalo per circa due anni, prima di traviarsi in una vita che lo avrebbe portato al patibolo.
Meccanico di fiducia del suo Maestro Vrainon, era stato un tedesco.
Il suo nome ? Tobias Schmidt.
Grazie, grazie, troppo buoni. Basta applausi…. Ma che ora s’è fatta?... ‘azzo!… s’è fatto tardi… domattina ho una sveglia terribile, devo alzarmi per mezzogiorno… ‘Notte… buonanotte a tutti.
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