Un bar notturno dove gli avventori si conoscono tutti fra loro. Più per nome che per cognome.
Da un vecchissimo juke-box in fondo alla sala,
provengono le note della canzone che vi aggrada.
In Primo Piano, Adolgiso parla con i suoi amici di sempre, sfaccendati o peggio.
Scommettiamo un Campari che ho ideato il Cimitero del Futuro?... non ci credete?... i soliti malfidati! La faccenda nacque anni fa, e l’ho ritrovata sistemando certe mie vecchie carte. Volevo farne un’installazione… servivano un grande spazio e parecchi quattrini, proprio tanti. Sono uno che con l’arte ci ha sempre campato. Carmina non dant panem? Ma chi l’ha detto? Io da sempre mi nutro con testi, regìe, pubblicità, e varietè… e quando mi carmina bene me la tiro su ch’è un piacere… carmina non dant panem? No, sentite a me, quelle cose lì… l’artista povero, sognatore, distratto, voglioso di fare a tutti i costi anche con pochi scudi, lo vogliono così gli impresari, i produttori, i galleristi, gli editori, i funzionari delle tv, giusto per tirare sul prezzo da corrispondere.
Certo, ti devi sbattere. Proporre cose qua e là. E più di una volta ti dice cotica…
Per esempio, quella del Cimitero del Futuro, non funzionò. Per qualche settimana fui lì lì per quagliare con la sponsorizzazione di una multinazionale (non ne faccio il nome per non regalarle pubblicità) che produce televisori, computer, telecamere, eccetera, poi dopo stesura di preventivi, tanti aggiustamenti del progetto con “questo sì, questo no”, e alcune riunioni con i boss, finì tutto a puttane. Succede. Sere fa me ne sono ricordato rovistando tra le mie cartuscell… leggervi quella cosa lì?!... non se ne parla neppure!... sì, ce l’ho qui con me, ma visto che ora è?... come?... mi offrite una birra alta?... beh, se è così non posso rifiutarmi. Una lettura veloce eh, poi tutti a cucca.
La proposta la scrissi così.
Un’occasione per immaginare, attraverso strumenti tecnologici e finzioni scenotecniche, uno dei più celebrati luoghi di culto cogliendone le trasformazioni, i tic, le mode, estremizzandone le forme.
Informatica, internet, tv, chat lines, al servizio di un'installazione che contiene arti visive, letteratura, video, teatro.
Puttini in ologrammi, lapidi a display, scritte che scorrono sulle tombe orizzontalmente in aston, crematori al laser, coloratissimi fumetti per gli epitaffi, navicelle spaziali con urne cinerarie a bordo. Già n’esistì una, ci viaggiarono Thimoty Leary e Roddonberry l’inventore di Star Trek (aveva detto o no: "Spazio, Ultima Frontiera"?).
Tombe che riportano, on-demand, anche video con i defunti colti nella vita d’un tempo, oppure scorrono sulla lapide riprese di paesaggi innevati per sciatori trapassati, fiamme per pompieri, voli d’uccelli per cacciatori; il kitsch è il solo immortale e i cimiteri, ci ricorda Gillo Dorles, ne sono pieni.
E tanta musica, dal canto gregoriano secondo il gruppo rock ‘Defunkt’ alla versione rap del ‘Dies Irae’ secondo Zimmerman; e tanti suoni come l’ascolto di channelling, cioè voci dell’aldilà registrate da medium.
E poi sale per recital con letture di testi di poeti, scrittori, filosofi: da Masters al Necronomicon di Lovecraft ad altri ancora.
Ma pure: SILENZIO!
Nell’installazione questa parola potrebbe essere contrassegnata dalla manina bianca del mouse d’un computer sul nasino d’un teschio monasticamente incappucciato.
Collegamenti e chat-lines possono essere svolti con siti web ad hoc, come ad esempio:
primacassa.it oppure requiescat.org.
Titolo: L’adilà misterioso svelato dall’anagramma assillo dei mortali.
A voi è piaciuta?... Macché non funzionò. Prima si convinsero e poi ci ripensarono. Dissero che potevano risentirsi i religiosi, la stampa avrebbe attaccato...
Ma che ora è?...'azzo s'è fatto tardi!...domattina ho una sveglia terribile, devo alzarmi per mezzogiorno…vado via…ci vediamo domani sera…'notte, buonanotte a tutti!
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