L'ospite accanto a me è Alberto Gozzi.
Scrittore, drammaturgo, autore e regista radiofonico, ed ora anche editore
avendo fondato nel 1998, Portofranco, casa editrice che annovera nel
suo catalogo piccole gemme firmate da Danilo Maramotti, Dario Voltolini, Nico
Orengo, Lorenzo Beccati, Elisabetta Chicco, Antonio Moresco, Michele Mari,
Marosia Castaldi ed altri ancora.
Alberto ha pubblicato Mister Corallo XIII per "Il Gruppo '63"
di Feltrinelli, Felina e Casa Mozart presso Marsilio, Rosa Fumetto
da Einaudi, Cervo bianco edizioni Lupetti-Manni, Mosquitos un
racconto teatrale che figura in Portofranco, e, prima di questo, ha scritto
altri racconti scenici per il Camion di Carlo Quartucci. Se non lo avete ancora
fatto, leggete le sue pagine e mi ringrazierete.
Come dicevo poco fa, è anche autore radiofonico di molti - raffinati
- programmi prodotti dalla Rai che se si avvalesse di gente come lui potrebbe
sfuggire agli epiteti che le vengono giustamente rivolti.
Alberto: uomo di sentimenti eleganti, dolente ed entusiasta al tempo stesso,
scrittore finissimo che distilla elisir di veleni presentandoli in insidiose
bottiglie dall'ingannevole aspetto cordiale.
Per saperne di più, cliccate ad esempio su http://www.holdenlab.it
- Benvenuto a bordo, Alberto
- Ciao Armando, non preoccuparti, metto qui in un angolo le bottiglie coi
veleni
- Ed io prendo questa bottiglia di Barolo Briacca '83 di Vietti
qua
il bicchiere
ecco fatto!
Adesso ascoltami: il Capitano Picard è bravissimo, per lodarne la guida,
a Roma direbbero "è un bel manico", però noi nello
spazio stiamo, schizziamo "a manetta", prudenza vuole che tu trasmetta
sulla Terra il tuo ritratto
- Il mio ritratto è quello di un uomo un po' stropicciato per aver
fatto tante, troppe cose. Per il momento non mi sono ancora fermato: questa
esperienza di editoria "totale" con Portofranco mi sta assorbendo
molto. Troppo. Non scrivo quasi più perché ho scoperto come
sia più interessante, molto più interessante, occuparsi di quello
che scrivono gli altri. I miei giovanili entusiasmi si sono trasformati in
un meno nobile gusto della sfida. Infatti pubblico solo autori italiani contemporanei,
mentre i grandi editori ci pensano due volte prima di dare alle stampe autori
che abbiano più di trentadue anni e non siano carini e omologati come
quelli di "Stile Libero". Immaginate quindi un uomo un po' testardo
e impudente e anche imprudente che, con un gusto decisamente presenile (speriamo
pre) per le contraddizioni. Portofranco, ad esempio, propone edizioni quasi
di lusso (oltre che leggermente elitarie) al prezzo di libri tascabili. Eccetera.
- Che cos'è secondo te che distingue (o dovrebbe distinguere) il traguardo
espressivo della letteratura dalle altre forme di comunicazione artistica,
oggi?
- La tenuta della scrittura in un mondo dominato dall'usa e getta. Il recupero
della fatica del lettore come esperienza paradossale, assoluta, autenticamente
avventurosa (deludente, smarrita, frustrata, perché no?) ma comunque
diversa dalle modalità del consumo di altri linguaggi
- Adesso devi dirmi, che tu lo voglia o no, se è nella letteratura
oppure in altre aree che trovi oggi i lavori più interessanti nella
ricerca di nuove modalità espressive
- Nella letteratura, sì, certamente. Anche se non so se ci trovo nuove
modalità espressive. Certamente - lo dicevo prima ma mi ripeto perché
ci tengo molto - mi pare nuovo, come una riscoperta preziosa, il rapporto
fra il lettore e l'opera: è un'esperienza talmente eccezionale, fantastica!
Il tempo di lettura di chi legge. Il tempo del romanzo. Il ritmo della scrittura.
Ogni volta che qualcuno legge un libro "chiude" una modalità
espressiva del tutto unica e originale. Sperimentale, se mi passi la parola.
- Dopo vent'anni di lavoro, Hans Magnus Enzensberger ha presentato "Poesie-Automat",
un computer programmato per scrivere versi. Come giudichi quell'esperienza?
- Francamente non mi interessa molto. Mi incuriosivano di più le poesie
combinatorie che negli anni Sessanta Nanni Balestrini affidava a un computer
di una banca, e che poi tagliava con le forbici per rimontarle, come fa il
cardiologo con i tratti più significativi di un elettrocardiogramma.
Rispetto all'esperimento totalmente computerizzato di Enzensberger, mi pare
che le forbici di Balestrini (e la relativa colla, immagino) rappresentassero
un gesto molto più ricco.
- Mi dicono dalla regìa che Arte e Scienza sembrano sempre più
unite nel procedere.
Secondo te, come si evolverà quel rapporto?
- Non mi pare ancora un matrimonio, ma semmai un corteggiamento fra due soggetti
che non si capiscono ancora bene. Forse non sanno parlarsi, quindi sono costretti
a copule frettolose nei prati, quando capita. Non riesco ancora a vedere un
futuro. Mi interessa molto di più il rapporto fra scienza e mistica.
Almeno, in quel caso, i due soggetti non si devono parlare. E' un bel vantaggio.
- La proprietà intellettuale al tempo di Internet ha posto nuovi problemi.
E' chiaro che non mi riferisco a plagi o cose simili, ma a fenomeni che teorizzano
il sabotaggio del diritto d'autore.
Tu che ne pensi dei vari Luther Blisset, Linux, Wu-Ming, eccetera? Anche "Le
Monde" ha scritto di superamento del diritto d'autore. Io campo pure
di SIAE, dottor Gozzi: la prego
la verità!
- Non posso darti una risposta consolante. Secondo me è impossibile
campare di diritti d'autore. L'autore radiofonico e televisivo sono morti.
Sono stati sostituiti da impiegati che scrivono parole che hanno sentito al
bar o che hanno scambiato con la moglie un attimo prima, convinti che siano
dialoghi. Purtroppo il boicottaggio non serve nei confronti di questi individui,
che vengono stipendiati da quei dipendenti che sono. In ogni caso sarei favorevole
a qualunque azione servisse a gettarli sul lastrico.
- Gozzi editore. Qual è la linea editoriale di Portofranco
- La scrittura. Un arcipelago nel quale convivono scritture diverse e lontane.
Libri che non nascono, una volta tanto, per diventare dei buoni soggetti cinematografici
o sceneggiati televisivi. Libri intraducibili. Anche se ritenuti difficili
(solo perché in catalogo non figurano i Fichidindia e Albanese e spiritosaggini
sulla Nutella).
- Distributori e librai, quali problemi noti?
- I promotori si lamentano perché un libro di Portofranco non
si può riassumere in tre righe (cioè nel discorsetto che l'agente
deve fare al libraio). Infatti da qualche tempo fornisco agli agenti delle
trame false dei libri. Autori raffinati diventano, nelle mie oscenità
commerciali, autori di gialli. Sottili costruttori di immagini fantastiche
e leggere vengono trasformati in autori di libracci pieni di stupri e di farfalle
innamorate. Una volta un autore ha letto per caso la scheda del suo libro
che avevo appena preparato per gli agenti e si è sentito male. Mi ha
chiesto: "Davvero tu credi il mio libro sia questo?". Ho provato
a spiegargli che era solo un bugiardino per il mercato ma da allora
mi guarda con diffidenza.
Quanto ai librai, molti sono tanto presuntuosi quanto semianalfabeti, soprattutto
quelli delle grandi catene, che sono tanti intrisi di mercato da essersi trasformati
in una banda di razzisti. Per fortuna ci sono ancora i librai che "curano"
il libro e il lettore. Che leggono, perfino. Che considerano i piccoli editori
come il sale della libreria. Dio li benedica.
- Dicevo in apertura del tuo impegno d'autore radiofonico, e sarà
bene che qui ricordi anche che sei Docente di Teoria e Tecniche del linguaggio
radiofonico all'Università di Torino.
Allora: molti linguisti affermano che la Rai ha divulgato, unificandola, la
lingua italiana nei nostri stessi confini. La Rai, ansiosa, si presenta al
tuo esame, la promuovi oppure no?
- Ho sempre diffidato della missione educativa della Rai, anche quando la
faceva con una buonafede tutta democristiana. Personalmente ritengo l'ipotesi
dell'unificazione linguistica mediante la Tv un fatto possibile ma non esaltante.
In ogni caso tutto questo è storia. Oggi la Rai è da bocciare.
Per via del "romanese", del "ragazzese", del demenziale
che tutto copre. Un crogiolo di volgarità. Non parlo delle parolacce,
naturalmente, ma dei giornalisti che parlano per eufemismi (le "estremità"
al posto dei piedi, ecc.), e poi mi rattristano le ragazze della Rai e di
Mediaset. Asessuate e con gli occhi smarriti. Avrebbero bisogno di una terapia
seria.
- Radio Rai, nel complesso delle sue Reti, è in crisi di ascolti rispetto
ai principali network privati. Perché succede?
- Perché insegue, come la sua sorellaccia televisiva.
Insegue i giovani con DJ invecchiati e di serie B, dopo aver demolito il suo
pubblico di signore depresse ma fedeli. Risultato: i giovani non la ascoltano
perché preferiscono gli originali (Radio DJ, Capital, 105, ecc.) e
le signore depresse, non trovando più le belle voci patinate, si sono
uccise col gas. Radiorai ha gettato l'unico grande patrimonio che aveva, che
era quello del racconto (nelle sue infinite forme). Sembra una di quelle ragazze
di 45 anni che cercano marito e che raddoppiano ogni giorno il cerone.
- Vedo che ti stai avvicinando al portello d'uscita, so già del tuo
appuntamento nello Spazio, ma hai ancora un po' di tempo, aspetta e dimmi:
perché da noi non c'è una letteratura di fantascienza? Il mercato
editoriale del settore, infatti, è florido ma, viene detto, è
costretto a usare traduzioni per mancanza di testi italiani decenti
per
favore, niente risposte patriottiche!
- Secondo me, l'unica fantascienza è quella che poggia su una robusta
immaginazione sociologica. Su possibili modelli di mondi. Ma che immaginazione
possiamo aspettarci da un ambiente come quello che ci circonda? Poveri autori!
L'unico scenario che hanno in mente è quello dei corridoi televisivi,
che sperano di percorrere con il loro librino appena uscito sotto il braccio.
- A tutti gli ospiti di questa taverna spaziale, prima di lasciarci, infliggo
una riflessione su Star Trek
che cosa rappresenta quel videomito nel
nostro immaginario?
- Un mito, appunto. Cioè un racconto fantastico che si verifica in
un luogo altro dal nostro. L'idea che degli scienziati e degli scrittori,
com'è avvenuto quando fu pensato Star Trek, possano sedersi allo stesso
tavolo per dare vita a qualcosa che non sia un convegno mi sembra confinato
in un'età dell'oro che non ci riguarda minimamente.
- Siamo quasi arrivati a Gòzzya, pianeta di cellulosa abitato da alieni
che viaggiano su Mosquitos
se devi scendere, ti conviene prenotare la
fermata. Stoppiamo qui l'intervista, anche perché è finita la
bottiglia di Barolo Briacca '83 di Vietti
Però torna a trovarmi,
io qua sto
intesi eh?
- Contaci
- Vabbè, ti saluto com'è d'obbligo sull'Enterprise: lunga
vita e prosperità !
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