L'ospite accanto
a me è Elena Stancanelli. Scrittrice.
E' nata a Firenze, dove si è laureata in Lettere moderne. Ha esordito
con il romanzo Benzina, Einaudi 1998. Storia pulp e noir del profondo
legame tra due ragazze, Lenni e Stella, che si amano fino alla follia e,
come
succede talvolta in questi casi, le due finiscono con
no, il finale non
ve lo dico, le librerie stanno lì apposta. Poi ha dato alle stampe
come?
sì,
pare si dica così
Le Attrici, ancora Einaudi, 2001, nella
collana Stile Libero. "Le Attrici": et pour cause, perché
Elena ha frequentato l'Accademia d'Arte drammatica, ha lavorato in teatro
con il Gruppo della Rocca e per il Teatro di Roma, quindi è una che
di quell'ambiente, dei suoi tic, delle manie, dei tanti vizi e forse poche
virtù, la sa lunga. E, infatti, credo che abbia scritto il più
bel libro di narrativa pubblicato in Italia in questi anni sull'ambiente teatrale
e sulla personalità degli attori (l'anagramma di teatro è
attore). Attori e attrici come "atleti del cuore"? Sì
forse. Ma anche ginnasti della vanità, maratoneti dell'illusione,
scattisti dell'inganno. Soprattutto con se stessi. E le attrici poi, ve le
raccomando!
Alla larga! Credetemi, ne so qualcosa. Senza diffidenza invece, vi raccomando
queste attrici di Elena. Io e la Signora Narrativa abbiamo litigato da sempre,
quando c'incontriamo ognuno volge il capo da un'altra parte, ma stavolta
faccio
un'eccezione.
Sulla Rete, per saperne di più su quest'autrice, cliccate su
www.raisatzoom.it dove la troverete in video in (bella) telecarne e
vuoi
vedere?
in (belle) teleossa. Nonché in voce. Da bambinaccia.
O da bambulta, direbbe Giordano Falzoni, vale a dire da bambina adulta.
- Benvenuta a bordo, Elena
- Ciao Armando, mi siederei
vicino al finestrino. Soffro di claustrofobia e guardare fuori aiuta.
- Benissimo.
Voglio farti assaggiare questo Gavi Bruno Broglia '99 Tenuta La Meirana
qua
il bicchiere
ecco fatto. Adesso ascoltami: il Capitano Picard è
bravissimo, per lodarne la guida, a Roma direbbero "è un bel manico",
però noi nello spazio stiamo, schizziamo "a manetta", prudenza
vuole che tu trasmetta sulla Terra il tuo ritratto
- Ho 36 anni, i capelli
biondi, un gatto grigio (già, proprio lui, quello con gli occhi gialli
che sta ne Le attrici, ma il mio si chiama Cirillo), una casa arancione e
un letto col materasso che si tira su, sennò non ci si passa per andare
nel terrazzino. Vivo a Roma da molti anni e quando mi sveglio la mattina quasi
sempre ho un po' di magone. Così prendo la vespa e faccio un giro.
Per il resto scrivo. I miei libri, e articoli, lettere agli amici. Lavoro
anche a progetti che stanno tra la narrativa e il teatro, rassegne di spettacoli,
eccetera. Mi piacciono gli uomini coi piedi grandi e le donne tutte, e camminare
per strada. Adesso, in questi giorni, sono assai triste, forse sento la guerra
come molti di noi. Mi piacerebbe fare un viaggio, vedere cose aspre.
- Io calzo il
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no eh?
vabbè, passiamo ad altro. Che cos'è secondo
te che dovrebbe distinguere il traguardo espressivo della letteratura dalle
altre forme di comunicazione artistica, oggi?
- La letteratura non serve
più a niente. Un quadro sì, un film, una canzone. Ma la letteratura
sta in un tempo vuoto che non esiste più. La sera c'è la televisione,
di giorno i negozi, i motorini. Se solo potessimo leggere facendo qualcos'altro
Quindi il suo traguardo è far girare le pagine a quei tre disadattati
che sono entrati in libreria e hanno addirittura comprato un libro. Storie
servono, e capriole e giochi di prestigio.
- E' nella letteratura
oppure in altre aree che credi ci siano i lavori più interessanti nella
ricerca di nuove modalità espressive?
- Qui da noi ci sono buoni
scrittori 'giovani', penso a Nove, la Vinci, Piccolo, Ammaniti, ma anche
alcune buone compagnie di teatro, come la Raffaello Sanzio, la Valdoca,
i Motus,
Liberamente
nelle altre arti so meno, forse c'è robetta anche
lì. Quanto al mondo vero, credo che dopo Strawinskiij, Beckett e Francis
Bacon, la cosa più emozionante che è capitata sono le architetture
di Franck Ghery o le canzoni di Bjork o i film di Lars Von Trier, ma chi
lo
sa, il presente si nasconde ai nostri occhi.
- Molti linguisti
affermano che la Rai ha divulgato, unificandola, la lingua italiana nei nostri
stessi confini. La Rai, ansiosa, si presenta al tuo esame, la promuovi oppure
no?
- Chi guarda la televisione
per imparare l'italiano è uno psicopatico. La televisione fa schifo
e quindi è meravigliosa. E basta.
- Dopo vent'anni
di lavoro, Hans Magnus Enzensberger ha presentato "Poesie-Automat",
un computer programmato per scrivere versi. Come giudichi quell'esperienza?
- Se ne inventano uno per
scrivere romanzi lo compro a qualsiasi cifra.
- Il rimprovero
- se ne hai uno - che rivolgi all'editoria italiana?
- Manca di cura. Prende
gli autori, li pompa sul primo libro e poi li abbandona. Ma credo che sia
normale. Ti viene data una possibilità, il resto te lo devi conquistare.
- La proprietà intellettuale al tempo di Internet ha
posto nuovi problemi. Non mi riferisco a plagi o cose simili, ma a fenomeni
che teorizzano il sabotaggio del diritto
d'autore.
Tu che ne pensi dei vari Luther Blisset, Linux, Wu-Ming, eccetera? Anche "Le
Monde" ha scritto di superamento del diritto d'autore. Io campo pure
di SIAE (Società che benedico augurandole lunga vita), e tremo per
il mio futuro, dottoressa: la prego
voglio la verità! Qualunque
essa sia!
- La vuoi? La Siae è una meravigliosa associazione
a delinquere. Certe cose sono giuste, per esempio i soldi che danno a te,
ma ti pare normale che i pronipoti di Pirandello vadano
in vacanza alle maldive coi soldi dei diritti d'autore?
- No. A patto
che non esista più il diritto all'eredità anche di altri beni.
Ma forse sbaglio io. Vedo che stai per replicare, certamente ne uscirei a
pezzi, ti supplico, cambiamo argomento
Due domande sul teatro. Era fatale che con te si finiva col parlarne.
Da Diderot a Grotowsky, sono oltre due secoli che fioriscono teorie e dibattiti
sull'attore.
Da chi ha indicato i meccanismi di quell'arte a chi nega che sia possibile
individuarli scientificamente. Tu come la pensi?
- Che ogni arte ha la sua
tecnica e deve essere imparata a memoria per poi dimenticarla. Io ho studiato
biomeccanica, cioè il massimo della matematica applicata al talento,
e ho lavorato con registi che ti chiedevano di stare in silenzio in mezzo
a una stanza per sette ore e infine di pronunciare il tuo nome in maniera
naturale. Ne sono uscita convinta che è meglio saper correre, cantare,
danzare, appoggiare la voce che non saper fare un cazzo.
- Accademia
D'Arte Drammatica e Scuola Nazionale di Cinema, credi che oggi garantiscano
un'adeguata preparazione dell'attore oppure no?
- Grazie al cielo no, assolutamente.
- A tutti gli
ospiti di questa taverna spaziale, prima di lasciarci, infliggo una riflessione
su Star Trek
che cosa rappresenta quel videomito nel nostro immaginario?
- Nel mio niente, perché credo di non aver mai visto
Star Trek nella mia vita. Ma potrei parlarti diffusamente di Saranno Famosi
o La piccola casa nella prateria: interessa l'articolo?
- Sì,
tornerà buono per un'altra volta. Nel frattempo, siamo quasi arrivati
a Stankanellya, pianeta biondo abitato da alieni che sniffano benzina e amoreggiano
solo con le attrici
se devi scendere, ti conviene prenotare la fermata.
Stoppiamo qui l'intervista, anche perché è finita la bottiglia
di Gavi Bruno Broglia '99 della Tenuta La Meirana
.Però torna
a trovarmi, io qua sto
intesi eh?
- A presto
apri questa
cazzo di porta che sto per soffocare in questa cazzo d'astronave
oh
ma
non saremo mica ancora in onda?
- Voglio che
il dubbio ti tormenti, quindi non te lo dico.
Ti ringrazio
d'essere salita quassù e ti saluto com'è d'obbligo sull'Enterprise: lunga
vita e prosperità!
È possibile l'utilizzazione
di queste conversazioni citando
il sito dal quale sono tratte e menzionando il nome dell'intervenuta.
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