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Segnalato su Webtrekitalia - Portale di cultura Trek

L'ospite accanto a me è Sergio Lambiase. Scrittore, autore radiotelevisivo. Lo abbiamo anche notato in un film di Nanni Moretti, "Caro Diario", per la cronaca. E' uomo per nulla sedotto, mi sembra, dalla fascinazione lazzarona né da quella borghese di Napoli dov'è nato. Lo vedrei piuttosto, dal tono delle sue pagine disincantate, icastiche, uomo del Settecento di quella città. Un illuminista lontano dagli ardori della Pimentel Fonseca e vicino alle allegre mense di quel Nicola Valletta di cui sappiamo da Stendhal. Colto, raffinato, volto preoccupato e animo ironico, ha scritto libri di assoluto rilevo, per saperne di più, cliccate con fiducia su www.loffredo.it.
E' chiaro che le sue pagine mi piacciono molto, altrimenti mai avrebbe messo piede sull'Enterprise che vola alta con persone che volano alto. Perciò io resto a terra e per salirvi sopra mi tocca rincorrerla facendo l'astrostop. Sono incerto se preferire tra i suoi maggiori titoli "Le memorie di una guida turistica" oppure "CGDCT: Come Giustamente Diceva il Compagno Togliatti", entrambi pubblicati dalle Edizioni e/o, fate come ho fatto io: leggeteli tutti e due. E godrete vedendo come si può scrivere in modo divertente anche senza rinunciare a dolenzìe della memoria.

 

Benvenuto a bordo, Sergio…
Ciao Armando, è prevista una tappa a Tralfamadore, il pianeta folle di Kurt Vonnegut?
No, mi dispiace. Quella linea mo' la fa il 38 barrato…Consolati assaggiando questo Aglianico del
Sannio di Caputo… qua il bicchiere…ecco fatto.
Senti, il Capitano Picard è bravissimo, a Roma, per lodarne la guida, direbbero "è un bel manico", però noi nello spazio stiamo, schizziamo "a palla", la cosa che sto per dirti io l'ho già fatta minuti fa, anche tu, in poche battute, trasmetti sulla Terra il tuo ritratto…no, non fare quegli scongiuri!…ci sto pur'io su 'sto tram…mica m'auguro che…
…Ti ricordi quei sonetti-autoritratto che leggevamo a scuola, tra Foscolo e Manzoni? Bene, verrebbe anche a me voglia di rappresentarmi così… Solcata ho fronte / capel bruno, occhio loquace eccetera, ma la gabbia del sonetto mi scoraggia, sarà per un'altra volta… Magari fossi un illuminista napoletano! Invece procedo tentoni, senza luce né lume (di ragione), nel buio stellare in cui affondano i nostri destini…
D'accordo, sono un curioso, mi meraviglio sempre di tutto, racconto Napoli come se ogni volta la visitassi per la prima volta, ancora stordito dal viaggio… E' molto produttivo avere un occhio esterno (ancorché loquace), serve a scoprire dettagli che lo sguardo addomesticato non è più in grado di percepire…i miei libri sono l'esito di uno stupore continuo…
Per quanto mi riguarda, amo alla follia i dolci con la pasta di mandorla e gli autori che cominciano per B: Boccaccio, Baudelaire, Babel, Belli, Breton…
Mi hanno parlato bene anche di un certo Badolgiso, dacci uno sguardo…ma dimmi: che cosa significa per te oggi vivere a Napoli? Hai rapporti con la società letteraria della città?
Di quale Napoli parli?!
Vabbè, non t'incazzare così! Dicevo così per dire…
No, il fatto è che ce ne sono fin troppe, la più sfrangiata ed enigmatica città italiana, un sistema di pianeti ed asteroidi, per usare una metafora cosmica, alcuni duri e freddi, altri in caotico ribollimento… Vivere a Napoli significa attraversare le infinite Napoli di cui è composta, in un sentimento confuso di ripudio e di rapinosa attrazione… Certe mattine la odio, certe altre invece…Avrei rapporti con la società letteraria napoletana qualora esistesse…Una volta gli artisti e gli scrittori napoletani si ritrovavano nella Trattoria Sica al Vomero; oggi gli scrittori sono davanti alla tastiera di un computer, e assolutamente soli, come me dalle nove del mattino alle nove di sera, a parte un riposino…
Vivo lontano da Napoli da oltre trent'anni, ora, mi si dice, la città ha conosciuto qualche rinnovamento in alcuni aspetti della vita civile. Di quella militare non so. Ti chiedo: hai notato in campo culturale delle innovazioni, dei nuovi progetti, promossi dalle istituzioni locali?
Una scommessa inaudita è Bagnoli, dove ancora stanno smantellando le acciaierie, ma lasciando qua e là capannoni e ciminiere a mo' d'archeologia industriale. Tempo fa mi è capitato di assistere ad uno spettacolo di Renato Carpentieri tratto dalla Medea di Christa Wolf su di uno sfondo magnifico di giganteschi ponteggi e carrelli elevatori e quinte sbilenche dietro cui s'intravedeva la luna.
Ecco, su Napoli in decostruzione si possono costruire affascinanti ipotesi di ricostruzione culturale, se le beghe della politica o le inerzie burocratiche non si incaricheranno di scombinare tutto. Un'altra scommessa è il progetto di un museo d'arte moderna nell'area dell'ex Ospedale Militare a ridosso dei Quartieri Spagnoli. I tempi? Chissà… La collezione di Lucio Amelio, TerraeMotus (Beuys, Warhol, Kounellis, eccetera), che a Francoforte o a Pasadena avrebbe da anni uno scintillante museo tutto per sé, è approdata ultimamente e faticosamente nella Reggia di Caserta…
Hai scritto libri sul Futurismo, so dei tuoi studi sulle avanguardie storiche…vedi un rapporto, e, se sì, quale, fra quei movimenti e le nuove ricerche espressive dei nostri giorni, computer compreso?
Il Futurismo, si sa, è la madre di tutte le avanguardie, ma la macchinolatria di Marinetti e compagni era anche intrisa di aspettative di progresso, disinvoltamente esibite, che il tempo si è incaricato di mettere tra parentesi… Ritengo più vicino a noi e al nostro tempo perturbato il dadaismo, sommovimento di certezze e riproposizione ironica di una realtà che si fa sfuggente… Quanto al computer non so, mi chiedo ancora se sia un semplice supporto o una totalità che ci imbriglia…
Per il momento un po' lo uso e un po' mi lascio usare…
Che cos'è secondo te che distingue il traguardo espressivo della letteratura dalle altre forme di comunicazione artistica, oggi?
Se siamo in qualche modo figli del dadaismo e delle avanguardie, le differenze tra le varie arti sono affidate alla pura distinzione delle procedure tecniche… La letteratura non ha compiti diversi dalla musica o dalla pittura: affidare un senso (poetico e non solo) alla complessità di cui siamo parte… Purtroppo così come la moneta cattiva scaccia quella buona, la cattiva fantascienza sta scacciando quella buona, la cattiva musica quella buona eccetera… A proposito… Siamo in viaggio su un'astronave… Ma esisterà veramente la musica delle sfere invocata da Keplero?… Io dico di sì!
Anche Hindemith è d'accordo con te. Però, adesso devi dirmi, che tu lo voglia o no, se è nella letteratura oppure in altre aree che credi ci siano i lavori più interessanti nella ricerca di nuove modalità espressive?
Forse la letteratura oggi è la forma espressiva più vincolata ad esigenze di 'comunicazione'…gli editori vogliono libri leggibili, digeribili, come è nei sogni degli uffici di editing…mentre altre arti hanno più autonomia costruttiva, il che non significa arbitrio, indeterminatezza, irresoluzione. Amo la musica d'avanguardia, ad esempio, anche se qualche volta mi annoia per eccesso di cerebralismo, e cose del genere… Ciò vale anche per le arti figurative… Mi è capitato di recente di vedere una mostra a Berlino, After the Wall, sull'arte nei paesi dell'Est Europa negli ultimi dieci anni… C'è roba molto buona, nuova, inusitata, soprattutto i russi… La Russia è uno sconvolgente magazzino espressivo… Avremo grandi sorprese negli anni a venire…
Sei autore radiotelevisivo di tante trasmissioni…conosci quei mezzi…ti piaccia o no, ti toccano due domande sul tema. Poiché voglio farti una domanda intelligente, non mi resta che fartela fare da un altro. Copio e incollo: Pierre Lévi, ha detto: "la televisione interattiva è una contraddizione in termini, la tv non può essere interattiva, altrimenti non è più televisione". Che cosa pensi di questa affermazione?
L'interattività, l'interfaccialità, la metamorfosizzazione, lo scambio tra realtà e virtualità, eccetera, sono diventati gli statuti costitutivi della nostra epoca…. Gli scenari mutano continuamente e con essa la percezione delle realtà e i mezzi (i media) attraverso cui la percezione si sostanzia… Da questo punto di vista l'affermazione di Lévi mi sembra perlomeno incauta, se colgo bene il senso di ciò che dice!
Perché la radio pubblica perde ascolti a vantaggio delle emittenti private?
Bah, allegro disordine delle frequenze, radio private con segnale sempre più potente, strafottenza della Rai che per la radio impiega, se non sono informato male, lo 0,9 delle sue risorse… Radiouno è stata fagocitata dai servizi giornalistici, Radiodue insegue pubblici giovanilistici facendo l'involontaria caricatura di Radiocuore e simili, Radiotre fa acque da tutte le parti alla ricerca di una identità culturale che nessuno più osa darle… Ma queste sono cose, ahimè, arcinote…
Proprio perché l'Enterprise naviga nello spazio, cerco di fare anche domande che rimandino alla Terra, ma non proprio terra terra. Pareri, suggerimenti, o anche insulti, che dall'Enterprise sono trasmessi alle Istituzioni coinvolte nelle conversazioni…un tuo consiglio, gratis, da girare al Dipartimento per l'Informazione e l'Editoria di Palazzo Chigi affinché meglio orienti le sue energie…un intervento, una cosa che ti piacerebbe vedere realizzata…
Francesco Chigi, fotografo dilettante della Belle Epoque, riprendeva i tumulti di piazza Colonna non scendendo mai in strada, ma osservandoli da dietro i vetri del suo palazzo, come fa, m'immagino, qualsiasi presidente del consiglio, lui e i suoi collaboratori… Ecco, loro vedono masse in movimento, ma non percepiscono mai individui coi loro bisogni reali… Quale domanda girare al Dipartimento per l'Informazione e l'Editoria? Tempo fa mi è capitato di partecipare a un dibattito sul libro di Schiffrin, Editoria senza editori, pubblicato da Bollati-Boringhieri.
Piccoli editori di qualità e piccole librerie rischiano di scomparire per l'invadenza dei megastore e delle grandi concentrazioni editoriali… Fatale tutto ciò? Può darsi, ma qualcosa va tentato per lasciare sopravvivere la qualità dei libri insieme alle idee, senza pensare necessariamente a forme bieche di sovvenzione…
A tutti gli ospiti di questa taverna spaziale, prima di lasciarci, chiedo una riflessione sul mito di Star Trek…che cosa rappresenta secondo te…
I miti non si discutono; sono inscalfibili… Da piccino amavo Flash Gordon, avverto ancora l'odore delle tavole a colori… Per me la fantascienza è tutta in quegli inchiostri… Sarebbe possibile, in nome della contaminazione, vedere Star Trek con un dippiù di vapori nutrienti?
Siamo quasi arrivati Lambyas-E, pianeta vulcanico abitato da alieni che guidano i turisti a visitare le vestigia in rovina di templi sacri innalzati a due Dee: l'Utopia e l'Ironia…se devi scendere, ti conviene prenotare la fermata. Stoppiamo qui l'intervista, anche perché è finita la bottiglia di Aglianico del Sannio di Caputo …Però torna a trovarmi, io qua sto…intesi eh?
L'Ironia è la Riflessione più le bollicine d'un vino frizzante… L'Utopia è il tappo che zompa sul soffitto… Onore a te, turista dello spazio!
Ed io ti saluto com'è d'obbligo sull'Enterprise: lunga vita e prosperità!

 

È possibile l'utilizzazione di queste conversazioni citando il sito dal quale sono tratte e menzionando il nome dell'intervenuto.

Vi preghiamo di non richiedere alla redazione recapiti telefonici, mail o postali dei nostri ospiti che non dispongano di un sito web; non possiamo trasmetterli in ottemperanza alla vigente legge sulla privacy.

 

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