L'ospite accanto a me è Brunella Eruli.
Ordinaria di Letteratura francese all'Università di Salerno, vive tra
Firenze e Parigi, per la felicità dei fiorentini e dei parigini. Ha
scritto diversi, e importanti, libri, ne accennerò appresso. Con il
suo fisico da nuotatrice di fondo, raggiunge con poderose bracciate le pagine
di prestigiose redazioni: da "Puck" periodico internazionale del
teatro di figura, a "Rivista di letterature moderne e comparate",
ne dovrei citare altre ma mi fermo qui, non ho tanto fiato e rischio d'affogare.
Ma due tuffi nella sua produzione me li posso ancora permettere. E' un'attenta
osservatrice del teatro di ricerca e vi anticipo che presto leggeremo un suo
libro al riguardo; fa parte da sempre dell'Oplepo, gemello italiano dell'Oulipo,
chi volesse saperne di più clicchi www.oplepo.it
.
Ci siamo incontrati a Capri, in occasione d'un convegno dell'Oplepo e proprio
sui temi lì dibattuti verte quest'intervista, attraverso la quale spero
di rendere un ritratto delle pubbliche virtù eruliane. Dei vizi privati,
ne parleremo un'altra volta.
Ed ecco a voi la Eruli, Zarina e Papessa del Collegio Patafisico milanese
e Reggente del Collège de Pataphysique per la cattedra di Monstrosofia
Esibitoria.
- Benvenuta a bordo, Brunella
- Ciao Armando, come stai?
- Come si sta quando s'incontra la Eruli: benissimo!
Voglio farti assaggiare questo Valpolicella Santepietre di Lamberti
qua
il bicchiere
ecco fatto. Senti mo': il Capitano Picard è bravissimo,
per lodarne la guida, a Roma direbbero "è un bel manico",
però noi nello spazio stiamo, schizziamo "a palla", la cosa
che sto per dirti io l'ho già fatta minuti fa, anche tu, in poche battute,
trasmetti sulla Terra il tuo ritratto
no, non fare quegli scongiuri!
ci
sto pur'io su 'sto tram
mica m'auguro che
- Considero che la percezione richiede partecipazione. Cerco di percepire
e di partecipare.
- Hai pubblicato tanto sui movimenti di ricerca, lo ricordo ai miei avventori:
da "Percorsi dell'avanguardia" per Pacini nel '92, ad "Attenzione
al potenziale!" per l'editore Nardi nel '94, a "L'obiettivo e la
parola" edito nel '96 da Slatkine-ETS.
Qual è per te l'importanza dell'Oulipo nello scenario del XX secolo?
Illuminaci.
- Credo che l'Oulipo sia un modo per riappropriarsi della dimensione creativa,
uscendo da quella del consumo, sia pure culturale, che considero deleterio
quanto l'altro. Quando vedo lunghe code per entrare ad una mostra, sono assalita
da due opposte reazioni: una che dice, beh, tutto sommato il gusto del pubblico
é cambiato; ma l'altra mi dice: perché queste persone fanno
la coda per vedere Picasso, ma non s'interessano ai Picasso di oggi, non sanno
riconoscerli, non gliene importa niente. Vogliono il marchio di fabbrica,
il bollo dei critici, il prezzo del mercato. La sicurezza dell'investimento
del loro tempo e non si rendono conto che investono moneta svalutata. Allora
credo che con l'Oulipo, l'Oupeinpo, o altri "po" lo spettatore esca
dal suo ruolo passivo ed entri in un circuito in cui deve per forza attivarsi
e ricavare una soddisfazione che deriva non dal consumo culturale ( mi sono
messo nel cervello il vestito giusto) ma dalla scoperta di un gioco personale,
che non ha neppure bisogno di essere esteriorizzato. Pensa a Duchamp che ha
raccontato a tutti che non faceva più niente che aveva abbandonato
l'arte e che invece in gran segreto lavorava ad una installazione misteriosa,
ma sulla quale ha lavorato vent'anni. Ha fregato tutti i critici!
Tutto sommato credo che quando uno é in una situazione di attività
mentale é anche più contento e forse anche più bello.
Quindi il mio interesse per l'Oulipo é estetico in questo senso che
ho appena detto
- Creare ri-creando, esistono precedenti?
- Tutta la letteratura é ri-creazione. Dialogo a distanza, regolamenti
di conti a distanza . Ricordati di quando Machiavelli diceva che durante il
giorno le cose della vita pratica lo prendevano, ma che la sera parlava con
Cicerone, Orazio, da pari a pari.
Il Rinascimento ha "ricreato" Roma e Atene
- Sei una studiosa di Jarry, al quale hai dedicato "Jarry, i mostri
dell'immagine" pubblicato da Pacini nell'82. Quali tracce patafisiche
si rinvengono nell'Oulipo?
- L'abolizione della concezione della letteratura come ossequio ad un canone.
Per i patafisici qualsiasi testo é "buono" nel senso, che,
come diceva Jarry, tutto dipende da quello che ognuno di noi sa farne. Amo
molto una definizione di Jarry : "il genio funziona come lo stomaco dello
struzzo che frantuma, digerisce, trasforma, qualsiasi materiale e ne fa altro".
Allo struzzo ho dedicato un saggio per il volume Jarry 2000 pubblicato dalla
Ubulibri, nel 2000 appunto, in occasione dei Polacchi messi in scena da Marco
Martinelli per il Ravenna Teatro. Quello scritto l'ho chiamato Paesaggio romagnolo
con struzzi
- L'elemento che permette agli oulipiens d'intrecciare, felicemente, letteratura
e matematica?
- L'idea che, nonostante tutto, il caso e la necessità riescono a
coesistere e a stupirsi reciprocamente.
-
e visto che siamo in argomento, una domanda che molto m'interessa:
come credi che si svilupperà il rapporto arte-scienza?
- Per quanto riguarda la scienza attendo molto dalle neuroscienze che dovrebbero
allargare l'esperienza che abbiamo di noi stessi ma anche delle cose. Per
quanto riguarda la tecnologia, temo che gli artisti siano come bambini nel
negozio di giocattoli e che si siano buttati sugli effetti . Oggi se non ci
sono proiezioni, almeno trenta video, laser e quant'altro, non ci si mette
nemmeno al lavoro. Forse per questo ho molto apprezzato l'idealista magico
del teatrino Clandestino dove vengono ricostruite dal vero le prime esperienze
sull'elettricità. La scena è illuminata solo da qualche candela
e dalle scintille faticosamente ottenute girando macchinari ricostruiti.
- Dei tuoi interessi teatrali, ho già detto. Sei la signora adatta
per sanare un tormento che inquieta le mie notti. Sai che faccio?
te
lo espongo. Mi pare che accanto ai trionfi realizzati dall'Oulipo in prosa
e poesia, accanto all'influenza avuta sulle arti visive e la performance,
non si siano avuti in teatro risultati di rilievo
la commedia combinatoria,
il teatro booleano teorizzati da Le Lionnais
sì, però
in
Italia ricordo un felice adattamento degli Esercizi di Stile dovuto a Gigi
Angelillo, Ludovica Modugno e Francesco Pannofino
d'accordo, ma c'è
dell'altro?
- A proposito dello spettacolo che hai ricordato, in occasione del convegno
"Attenzione al Potenziale" da me organizzato, ho persuaso Gigi Angelillo
e Ludovica Modugno a fare gli esercizi di stile su un autobus di linea a Firenze.
Esiste l'outrapo, cioè il teatro potenziale. Esistono dei testi aleatori
di Jacques Jouet.
Lo stato del teatro di ricerca in generale non mi pare incline a tante spericolatezze.
- A tutti gli ospiti di questa vineria spaziale, prima di lasciarci, chiedo
una riflessione sul mito di Star Trek
che cosa rappresenta secondo te
- Addomesticare il tempo.
- Siamo quasi arrivati a Erulya, pianeta ridente e aprico, capricciosamente
incastrato nella Galassia, abitato da alieni erulionologhi che, felici, s'ineruliano
tutto il tempo eruliando da mane a sera
se devi scendere, ti conviene
prenotare la fermata. Stoppiamo qui l'intervista, anche perché è
finita la bottiglia di Valpolicella Santepietre di Lamberti. Però torna
a trovarmi, io qua sto
- La prospettiva di imbattermi in un pianeta abitato solo da erulionologhi
non é di mio gusto. Non si potrebbe scendere in un pianeta un po' più
variegato?
- Ehm
beh
sì!
m'hanno parlato di Adolgysyo dove t'accoglierebbero
credo a braccia aperte.
Vacci, te lo dico così
disinteressatamente. Se vuoi, Picard ci
fa una discesa
per il momento, ti saluto com'è d'obbligo sull'Enterprise:
lunga vita e prosperità !
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il sito dal quale sono tratte e menzionando il nome dell'intervenuta.
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