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Segnalato su Webtrekitalia - Portale di cultura Trek

L'ospite accanto a me è Marino Sinibaldi. Saggista, studioso di comunicazione, attualmente vicedirettore di Radio Rai Tre: http://www.radio.rai.it/radio3
E' stato tra i fondatori della rivista "Linea d'Ombra", ha scritto saggi sui movimenti politici e culturali giovanili, ha condotto trasmissioni radiofoniche e televisive avendo il pregio raro di non interpretare al microfono e in video la cultura come noia, cosa questa che spesso sembra essere quasi un doloroso obbligo per chi cura trasmissioni culturali.
"Pulp" - un suo libro sulla nuova scrittura e i nuovi autori, pubblicato da Donzelli - è un saggio che mi piacque molto, e resta, a mio avviso, uno dei più acuti interventi su quella materia ancora oggi a quattro anni dalla sua uscita; anzi, gli anni trascorsi ne hanno irrobustito le ragioni, rendendolo uno strumento critico di grande forza per chi voglia avvicinarsi a quei temi.
Se chi sta leggendo questa nota, non l'avesse ancora comprato, mo' non ha più scuse: in libreria, marsch!

 

Benvenuto a bordo, Marino…
Ciao Armando, e scusa il ritardo, ma sai come sono complicati questi spazi siderali dove ti aggiri tu....
Già…voglio farti assaggiare questo Barbera d'Asti Camparò di Pietro Barbero…qua il bicchiere…ecco fatto. Adesso ascoltami: il Capitano Picard è bravissimo, per lodarne la guida, a Roma direbbero "è un bel manico", però noi nello spazio stiamo, schizziamo "a manetta", prudenza vuole che tu trasmetta sulla Terra il tuo ritratto…
Ma noi della Radio non amiamo i ritratti! Comunque la radio e i libri sono le cose che amo di più. E' un ritratto troppo essenziale? Per oggi può bastare.
Il sottotitolo di "Pulp" è la letteratura nell'era della simultaneità.
Quali effetti ha prodotto la simultaneità sulla pagina scritta?
Intanto, vorrei dire che la pagina scritta può pure rimanere com'e' e come, in fondo, e' sempre stata. Detesto le prescrizioni e le fazioni; soprattutto detesto quelli che dicono: da oggi e' cosi' e non si può più scrivere in un altro modo. Dopo di che e' importante cogliere le novità dove compaiono. Per esempio in molti libri di scrittori abbastanza giovani c'e' oggi la traccia di un mutamento epocale, che possiamo sintetizzare nel fatto che sono i media a dettare ritmi, forme, modi, a plasmare le sensibilità. E i nuovi media sono veloci e appunto simultanei: non si escludono, intrecciano mondi e tempi diversi. E stili, gusti, scritture anche molto diverse tra loro. Sulla Terra la chiamano anche contaminazione, ma quassù mi sembra una parolaccia, non so perché...
Sai, qui a bordo temiamo la contaminazione con alcune scritture che producono gravi malattie, un nostro avventore se l'è prodotta leggendo una pagina tamarica…sapessi! per fortuna disponiamo di un'apposita camera di decontaminazione.
Adesso ascolta, una delle cose che più apprezzo in "Pulp" è l'approccio ai nuovi scenari senza enfasi né sgomento; tra l'altro, scrivi di "modelli di percezione, di fruizione e di ricezione dei testi, specie nelle fasce più giovani di lettori, contraddistinti da due elementi: la velocità e l'orizzontalità". Dì ai miei avventori qualche parola in più…
Prendi un videoclip. Non e' più scemo di un libro! Cioè, io preferisco un libro ma un videoclip e' talmente ricco di cose che io, a volte, non lo capisco. Forse sono scemo io, ma sicuramente e' che li' il materiale e' organizzato intanto più velocemente dei tempi di un film o di una narrazione tradizionale. E poi e' aggregato per avvicinamenti e per associazioni, orizzontalmente appunto. Senza la profondità psicologica e storica che ha la pagina scritta. Che, per capirci, e' semmai verticale.
In "Pulp" si legge che "il maggior rischio della letteratura contemporanea è l'irrilevanza".
Quali sono i pallori che la indicano in un romanzo italiano d'oggi?
L'irrilevanza e' l'autoreferenzialità. Sono i libri scritti per altri scrittori, per esempio, o libri ovvi, artificiali. Ma guarda, anche qui sono di una tolleranza estrema: va bene pure che si scrivano libri per dialogare solo con altri libri a patto che ci sia altro, che ci siano libri e scrittori che dialogano con i propri tempi e con i propri contemporanei... Magari anche con quelli che ancora non leggono. Ma qui…sarà l'aria spaziale…mi sa che sto cominciando a sognare...
Che cos'è allora ciò che dovrebbe distinguere, il traguardo espressivo della letteratura dalle altre forme di comunicazione artistica, oggi? E quali autori senti in sintonia con gli obiettivi che prediligi?
Due domande in una, imbroglione. La prima e' troppo complicata, la seconda troppo pericolosa...Rischio di dimenticare qualcuno e allora citiamo solo due o tre stranieri, per di più diversissimi tra loro. E sai perché? Perché quando leggo non ho altri obiettivi che quello di essere incantato o messo in movimento (mentale eh, non preoccuparti!) dalle pagine che ho sotto gli occhi. E questo succede sia con Stevenson che con Tolstoij o, per citare i contemporanei, sia con Yehoshua che con Vonnegut...
Dimmi il rimprovero…se ne hai più d'uno, ti chiedo di scegliere il più grave…che rivolgi all'editoria italiana?
Ma no, non ho rimproveri! Forse guardare la Terra da cosi' lontano ci rende tutti più buoni... Anche tu, temevo domande più imbarazzanti... Comunque l'editoria insegue le mode ma io non vorrei che fosse più conservatrice e dunque...
La proprietà intellettuale al tempo di Internet ha posto nuovi problemi. E' chiaro che non mi riferisco a plagi o cose simili, ma a fenomeni che teorizzano il sabotaggio del diritto d'autore.
Tu che ne pensi dei vari Luther Blisset, Linux, Wu-Ming, eccetera?
Penso una cosa molto semplice: che di proprietà privata ce n'e' già troppa e abbiamo capito che le utopie che volevano abolirla hanno prodotto ancora più ingiustizie (e molto sangue). Allora, se in un campo poco sanguinoso come quello della proprietà intellettuale siamo capaci di aprire spazi che non sono "privati" , beh mi sembra una bella notizia. Ma la sfida vera e' quella della qualità di queste proposte. Vedremo.
Conduci da anni trasmissioni culturali ed ora hai anche responsabilità di palinsesto radiofonico, sei il tipo giusto per rivolgerti la domanda che segue.
Qual è la modalità da usare per differenziare l'informazione culturale offerta dalla radio, specie pubblica, da quella pensosa degli inserti culturali dei quotidiani e da quella trafelata della Tv?
Accidenti, cominciano ad arrivare le domande difficili! Questa affronta un nodo cui penso 24 ore su 24…beh no, diciamo 12 ore su 24...Penso che la radio ha una sua leggerezza che rende il suo messaggio meno autorevole di quello televisivo e meno supponente di quello della stampa culturale. Questo pero' non e' il suo limite ma la sua la risorsa: la vicinanza, la comunanza che la radio tende a creare con chi la ascolta. Questa dimensione "amichevole" (friendly, direbbero i tuoi amici della Nasa) ha una sua paradossale forza, e infatti mi accorgo che la radio non solo fa riflettere ma convince anche parecchio. Poi c'e' un problema di linguaggio: essere attendibili con tutta la nostra leggerezza.
Proprio perché l'Enterprise naviga nello spazio, cerco di fare anche domande che rimandino alla Terra, ma non proprio terra terra. Pareri, suggerimenti, o anche insulti, che dall'Enterprise sono trasmessi alle Istituzioni coinvolte nelle conversazioni…un tuo consiglio, gratis, da girare al Dipartimento per l'Informazione e l'Editoria di Palazzo Chigi affinché meglio orienti le sue energie…un intervento, una cosa che ti piacerebbe vedere realizzata…
Favorire la circolazione dei libri e la lettura nell'età decisiva, che e' quell'adolescenza in cui si perdono la maggior parte dei potenziali lettori. Ma farlo favorendo qualunque iniziativa, non solo letteraria, che arricchisca la creatività artistica, musicale, editoriale, multimediale, eccetera dei giovani. Vorrei si creassero dei luoghi e dei laboratori per sperimentare, per incontrarsi e confrontare le proprie culture e le proprie sensibilità... Semplice, no? Più soldi e più luoghi per i giovani, questo vorrei.
A tutti gli ospiti di questa taverna spaziale, prima di lasciarci, chiedo una riflessione su Star Trek…che cosa rappresenta secondo te quel videomito…
Scusa, mi gira un po' la testa, sarà il vino, sarà lo spazio, sarà che di ST ho visto al massimo mezza puntata: non e' che ora che ti ho confessato questa colpa mi butti fuori nello spazio?
Assolutamente no. Però sono costretto a denunciarti a quelli della Federazione Unita. Capiscimi, se non lo facessi sarebbe omissione d'atti spaziali, reato che prevede una feroce punizione: leggere tutti i romanzi concorrenti al prossimo Strega. Ammetterai che è una pena di durezza islamica!…
Dall'oblò vedo che siamo quasi arrivati a Synybaldya, pianeta pulp abitato da alieni dediti ad un soave cannibalismo…se devi scendere, ti conviene prenotare la fermata. Stoppiamo qui l'intervista, anche perché è finita la bottiglia di Barbera d'Asti Camparò di Pietro Barbero… ti saluto com'è d'obbligo sull'Enterprise: lunga vita e prosperità!

 

È possibile l'utilizzazione di queste conversazioni citando il sito dal quale sono tratte e menzionando il nome dell'intervenuto.

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commenti presenti

Credo di dovere a quest'uomo quel buon umore, quella leggerezza, con cui trascorro taluni pomeriggi ascoltando la sua trasmissione su radio3: ma quante volte avra' ripetuto "scrivete a fahre - con l'acca al centro - FAHRE chiocciolaraipuntoit "...? Poverino, che compito indegno! (aldila' dell'ovvia funzionalita' della cosa..) Non ho ancora letto il suo saggio, mi auguro di poterlo fare al piu' presto. Davvero, voglio Bene a Marino Sinibaldi, gli auguro tanta felicita'.

inviato da MaZ
 

fortissimo il marino, anch'io lo ascolto da un sacco. sempre del lei dà, a tutti... anche a quelli di 7 anni :) troppo bravo, sempre sopra le righe. unico.

inviato da ni
 

Il Signor Sinibaldi rappresenta secondo me l'unico modo per divulgare e rappresentare la cultura in un paese civico.Le persone come Lui mi fanno sentire fiero di essere un Uomo. Vivendo in un paese con un ridotto senso Civico ed il Signor Sinibaldi ci fa sentire vicini alle Civiltà reali del nord Europa, penso a Norvegia, Svezia , Finlandia ect...

inviato da diotimas
 

Per motivi di lavoro purtroppo non riesco a seguire tutti i pomeriggi il programma di Marino Sinibaldi....ma registro Fahrenheit quando posso!..e questo perchè amo il modo di fare cultura,non solo di Marino, ma anche degli altri conduttori, perchè lo fanno in modo veramente intelligente,delicato e piacevole...e così sento di avere l'impressione di vivere in un'altra realtà. Devo molto a tutti loro. Grazie!

inviato da Chiara
 

 

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