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Segnalato su Webtrekitalia - Portale di cultura Trek

L’ospite accanto a me è Donatella Alfonso. Giornalista e scrittrice.Lavora e vive a Genova.
Scrive per il quotidiano La Repubblica: di diritti, società, cultura, politica e donne.
Tra le sue pubblicazioni: Animali di periferia. Le origini del terrorismo tra Golpe e Resistenza tradita. La storia inedita della banda XII Ottobre(2012); Fischia il vento. Felice Cascione e il canto dei ribelli (2014).
Il suo più recente lavoro, pubblicato dalle edizioni il melangolo, è intitolato Un'imprevedibile situazione. Arte, vino, ribellione: nasce il Situazionismo. Libro eccellente che dà lo spunto a un incontro,in questa taverna spaziale,con la sua autrice; QUI il suo sito web.
“Un’imprevedibile situazione” si avvale di una composizione che ricorda il documentario audiovisivo: una voce narrante (quella dell’Alfonso) lega vari interventi. Da interviste realizzate per questo volume a brani di altri autori, da lettere a dichiarazioni. Il tutto in un ritmo avvincente con i protagonisti che si affacciano sulle pagine narrando quanto hanno vissuto oppure testimoni che raccontano quanto hanno osservato. Disponiamo di libri sul Situazionismo, anche di valore, ma questo ha una virtù speciale: far capireanche ai famosi “non addetti ai lavori” (espressione da me poco amata perché mi fa pensare a gente ostinatamente sfaticata) non solo la storia di un pensiero, ma l’essenza stessa di quella filosofia che ha investito aree che vanno dalla politica all’estetica.
Inoltre, è offerta una serie di aneddoti e inedite cronache che illuminano il profilo di un’avventura intellettuale e il carattere dei personaggi che l’animarono.

 

 

Benvenuta a bordo, Donatella
Grazie di questo viaggio inaspettato!!! Lo Spazio spero porti buone idee...
La tua presenza ne è garanzia.
La stellare Irina Freguja che da patronne illumina lo storico Vecio Fritolin veneziano aperto nel 1700 (non da lei) ci ha consigliato di sorseggiare – in omaggio alla Sardegna, terra da te amata – durante la nostra conversazione una bottiglia di“Branu” Vermentino Docg proveniente dalle Vigne Surrau… cin cin!
Adesso ascoltami: il Capitano Picard è bravissimo, per lodarne la guida, a Roma direbbero “è un bel manico”, però noi nello Spazio stiamo, schizziamo ”a manetta”, prudenza vuole che tu trasmetta sulla Terra, come sempre chiedo iniziando la conversazione con i miei ospiti, il tuo ritratto… interiore… insomma, chi è Donatella  secondo Donatella.
Una persona che ha sempre amato scrivere, che ha lavorato – e in parte ancora lavora – come giornalista e che si è accorta ad un certo punto che c’erano molte storie da indagare, riscoprire, raccontare, che non potevano accontentarsi di un articolo.
In più, è una donna che ama guardarsi intorno, in questo mondo e in quelli contigui…
Che cosa ti ha spinto ad occuparti del Situazionismo?
L’occasione geografica? Lo spirito di quel pensiero?
Sinceramente, una persona cara che mi ha insegnato a conoscere il Ponente ligure mi ha raccontato che in uno sperduto paesino era nato il Situazionismo, ed era una realtà da raccontare. E a me interessavano le persone che si sono trovate a Cosio d’Arroscia nel luglio 1957
Già, come avvenne che proprio in Liguria, a Cosio, nell’estate del ’57, si ritrovarono Guy Debord e gli altri fondatori del Situazionismo
Fu un incontro non del tutto casuale: a Cosio era nato il pittore Piero Simondo e vi stava trascorrendo una vacanza con la moglie, appena sposata, Elena Verrone. Dopo qualche giorno a Albisola, allora importante centro artistico internazionale, il gruppo di amici e artisti fu invitato a Cosio, per continuare a discutere sulle teorie artistiche e culturali che già erano state avviate dai diversi partecipanti, dall’Internazionale Lettrista al Comitato Psicogeografico… rappresentato peraltro da una sola persona, l’inglese Ralph Rumney. Fondamentale perché fu lui a scattare tutte le foto di quei giorni
Come bene illustri nel tuo libro, i situazionisti finirono con l’espellersi l’un l’altro dal movimento. Perché così andarono le cose
Perché, in realtà, solo Guy Debord, e con lui la moglie Michèle Bernstein, avevano chiaro che cosa fosse la nascita dell’Internazionale Situazionista. Un superamento dell’arte come intesa fino a quel momento, la nascita di un qualcosa di talmente nuovo che poteva essere anche una rivoluzione politica. Debord aveva già deciso che i giorni di Cosio servissero per far nascere il mito; e pochi giorni dopo aveva già deciso l’espulsione di Simondo, Verrone e Olmo perché ancora troppo legati all’arte e alla musica in quanto tali, benché rivoluzionate. Mi verrebbe da dire che Debord cercava un’astrazione, più che una rivoluzione.
Il Situazionismo animò il ’68 e ne troviamo più di una eco nel ’77 (anno in cui Debord fu espulso dall’Italia) specie da noi nella cosiddetta “ala creativa del movimento”.
La sinistra istituzionale sia in Francia, sia in Italia col Pci, sia in altri paesi, avversò i situazionisti in maniera drastica. Che cosa in quel movimento era malvisto?
Nessun rivoluzionario mi risulta benvisto dal potere con cui si confronta: anche se si tratta di un’ideologia e non di una forma di governo.  Sicuramente i partiti comunisti europei, chiusi alla comprensione dei movimenti di protesta del ’68 e oltre, non potevano essere disponibili nei confronti di un movimento come l’I.S. che dichiarava di voler superare ogni regola o consuetudine. La componente marxista – Bernstein, Jorn – era peraltro già uscita o era stata espulsa da Debord quando scattano le proteste del <i>joli mai</i>. E’ vero invece che il movimento del ’77 prende molto da alcuni elementi del Situazionismo, in particolare dal libro di Debord sulla “società dello spettacolo” che è del 1967. Ma a quel tempo il Situazionismo era già stato dichiarato estinto nel 1972 dallo stesso Debord: nell’I.S. erano rimasti in due… Diciamo che la rappresentazione del Situazionismo - perché tale ormai era – che portava una forte componente anarchica, nulla poteva avere a che fare con la politica dei partiti della sinistra europea, in particolare i comunisti.
Dopo il gran lavoro che hai svolto avvicinando personaggi all’origine del Situazionismo, aver letto tanti documenti, visionato documentari e film, quale idea – aldilà del suo valore filosofico – ti sei fatta dell’uomo Debord?
A me interessavano tutti i personaggi, e una parte fondamentale del lavoro di ricerca sono stati gli incontri che ho potuto avere con Piero Simondo, che il 25 agosto del 2017 ha compiuto 89 anni. Debord, secondo me geniale, era però un uomo prigioniero della sua astrazione intellettuale che, peraltro, ha raggiunto l’essenza del mito come voleva essere. Ma non penso che ci sarei andata a cena
Perché, nel 1972, il movimento si sciolse
Perché la sua potenza esplosiva era già stata espressa completamente e, soprattutto, la nascita di “pro-situ” come Debord chiamava i tanti che si dicevano situazionisti solo perché magari facevano contestazioni clamorose, andava a togliere autenticità alle sue idee
“La società dello spettacolo” di Debord – l’opera che contiene il pensiero situazionista –  è pubblicata nel 1967 Debord, nel 1994, a 63 anni, si suicida con una pistolettata al cuore.
Ci sono in terra ligure ancora luoghi in cui rinvenire tracce di quelle lontane presenze che tra accordi (pochi) e liti (tante) ebbero a capofila Debord?
A Cosio d’Arroscia, il 29 luglio dell’anno scorso c’è stata una giornata situazionista nel corso della quale si è discusso, ma si è anche inaugurato un piccolo museo, la Casa Simondo, in cui accanto ad alcune opere del pittore, c’è anche un’esauriente informazione sulla nascita del Situazionismo. Ad Albisola la casa di AsgerJorn è diventata una Casa Museo splendida, di grandissimo interesse e che ospita eventi e mostre di richiamo
Prima di lasciare i miei ospiti di questa taverna spaziale, li costringo crudelmente a fare una riflessione su Star Trek, non necessariamente elogiativa… come sai, Roddenberry ideò il suo progetto avvalendosi non solo di scienziati ma anche di scrittori, e non soltanto di fantascienza, tanto che ST risulta ricca di rimandi letterari sotterranei, e talvolta non troppo sotterranei…che cosa rappresenta quel videomito nel tuo immaginario? Ammesso che qualcosa rappresenti, s’intende
Prima ancora di Star Trek, nell’immaginario di noi bambini degli anni ’60 c’erano i lanci spaziali. Ecco, il mio ricordo sono le capsule Apollo, le Vostok, poi gli Shuttle… se Star Trek è un viaggio lontano nel tempo e nello spazio, a me sono sempre piaciuti i viaggi difficili, ma possibili
Siamo quasi arrivati a Donatella-A, pianeta abitato da alieni situazionisti… se devi scendere, ti conviene prenotare la fermata. Stoppiamo qui l’intervista, anche perché è finita la bottiglia di Vermentino “Branu” consigliata da Irina Freguja patronne dello storico Vecio Fritolin veneziano… Però torna a trovarmi, io qua sto… intesi eh
Grazie, per il Vermentino e per il passaggio spaziale… buon viaggio e magari arrivederci a Venezia!
…al Vecio Fritolin …ti ringrazio d’essere intervenuta e ti saluto com’è d’obbligo sull’Enterprise: lunga vita e prosperità!

 

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