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Segnalato su Webtrekitalia - Portale di cultura Trek

L’ospite accanto a me è Maurizio Ferraris. Professore ordinario di filosofia Teoretica nella Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Torino dove dirige il Centro Interuniversitario di Ontologia Ctao.
Avviso urgente: mi rendo conto che la dizione usata per presentare il mio ospite abbia un suono terroristico e, comprensibilmente, può indurre più d’uno a darsi alla fuga.
Non fatelo!
Ferraris è uno capace di rendere chiare perfino le più ermetiche battute comiche del senatore Guzzanti. E’ tra i pochi ad occuparsi di cose serissime con un taglio per nulla accademico, con una raffinata vena di umorismo. Del resto, ve ne accorgerete fra breve.
Ha un cursus honoris di primo piano, ha scritto più di trenta libri, roba che se li citassi tutti faremmo notte. Perciò v’invito a cliccare sul suo sito web dove troverete biografia e bibliografia.
Lo spunto per quest’incontro – nel mese che i Terrestri chiamano aprile dell’anno 2007 – nella taverna spaziale dell’Enterprise è dato da un suo libro pubblicato da Bompiani: Babbo natale, Gesù adulto. In che cosa crede chi crede (151 pagine; 11:00 euro).
Per l’indice e le recensioni finora ottenute, cliccare Qui.
Al libro,  in Rete è dedicato anche uno spazio blog.
L’editore avverte che le pagine sono stampate su carta riciclata senza cloro, ma se è vero, e lo è, che la pubblicazione del volume non ha comportato il taglio di un solo albero, è altrettanto vero che tante teste cadono tagliate dall’affilata penna di Ferraris che decapita nomi di ieri e di oggi rifiutando cloro e clero.
Si tratta di un titolo imperdibile che affascina – e diverte – dalla prima all’ultima pagina interrogandosi non solo sulla nozione di sacro, ma anche e soprattutto chiedendosi se è vero che chi crede sia uno che crede. Chi sono i credenti?
“I credenti” – scrive Maria Turchetto recensendo il libro –  “oggi credono in qualcos'altro […] non nel Dio Nascosto, ormai troppo vago per dare contenuto a una credenza, ma – osserva Ferraris – nel Papa Televisibile, storicamente e geograficamente determinato e per di più - se è un buon papa - carismatico: un leader per cui si può tifare e a cui si possono delegare le decisioni in materia di morale e - perché no? - di politica […] ora vi lascio soli a percorrere il sentiero argomentativo del libro, ricco di spunti e di personaggi curiosi, da Sant'Agostino alla Fattucchiera Nocciola, passando per Meister Eckhart, Papa Ratzinger, Woody Allen, Immanuel Kant, Lucio Dalla, Richard Rorty, Marcello Pera e tanti altri”.

 

Benvenuto a bordo, Maurizio…
Grazie dell’invito. Siamo in Cielo, è così?
Ehm… diciamo nello Spazio, lo preferisco.
Sabrina Iasillo, celeste sommellier dell’EnotecaBistrot Uve e Forme mi ha consigliato d’assaggiare durante la nostra conversazione nello Spazio questo vino prodotto dall’Azienda Agricola Palazzone: Orvieto Classico Superiore “Campo del Guardiano” 2002, leggo le sue parole inviatemi in Spacefax”Le vigne in località Rocca Ripesena, guardano la rupe di Orvieto. Per il vino non c’è fretta; l’aria è quieta, il terreno pieno di vita. Il produttore osserva e vigila. Adesso è il momento. Il tempo non ha sottratto al vino la sua vibrante freschezza, ma solo aggiunto un lungo passato da raccontare”.
Fin qui Sabrina Iasillo… qua il bicchiere.
Adesso ascoltami: il Capitano Picard è bravissimo, per lodarne la guida, a Roma direbbero “è un bel manico”, però noi nello spazio stiamo, schizziamo ”a manetta”, prudenza vuole che tu trasmetta sulla Terra, come sempre chiedo iniziando la conversazione con i miei ospiti, il tuo ritratto… interiore…insomma, chi è Maurizio secondo Maurizio …
Un professore di filosofia, il titolare di una patente di guida, uno che, nella misura del possibile, cerca di trattare con lievità le cose serie invece di dire baggianate con un’aria serissima, che è un atteggiamento più diffuso di quanto non si pensi.
Prima di parlare del tuo recente libro, voglio chiederti: qual è il significato positivo sul quale riflettere oggi circa un’etica senza dio?
Il significato più positivo, mi sembra, sta nel fatto che si capisce (meglio tardi che mai) che un’etica con Dio è un controsenso, perché riduce il mondo a una sorta di aula delle elementari con il Preside e la Maestra lassù che comandano, e il Capoclasse quaggiù che controlla, punisce e premia. Oggi il Capoclasse è Ratzinger, che ha tirato fuori persino l’inferno, e su tutta la faccenda aleggia un clima da comica finale.
Ora alcune domande orientate su "Babbo Natale, Gesù Adulto. In cosa crede chi crede".
Allo stadio, nei rari momenti in cui non si accoppano o tentano di farlo, inalberano cartelli con su scritte, ad esempio: “La Schifatese è una fede”, oppure “La Schifatese non si discute, si ama”.
Quei tifosi mi autorizzi a paragonarli ai fedeli oppure no?
Sì, con una differenza. Che loro della Schifatese sanno tutto, vita morte miracoli. Mentre i credenti non sanno quasi niente, o spesso niente del tutto, dell’oggetto della loro fede. E nei casi in cui lo sanno, non ci credono.
Nel dibattito sulle religioni, sia in pagine laiche sia in pagine confessionali, spunta spesso la frase sul “bisogno del sacro”, ma più procedono i tempi e più quel bisogno mi sembra diventi un bisognino.
Quella, vera o presunta, urgenza deriva dalla storia oppure dal nostro sistema nervoso centrale?
C’è chi dice che c’è una zona del sacro nel nostro cervello. Non lo so, non me ne intendo, forse ho una menomazione. Ma ammesso e non concesso che ci sia una zona del sacro nel nostro cervello, e riconosciuto il fatto, indubbio, che la storia è piena di religioni, non è un argomento a vantaggio della religione (e poi, quale? Cristianesimo? Buddismo? Satanismo?)
Riferendomi al cristianesimo, oggi più che di “ritorno della religione” mi sembra s’assista ad una religione di ritorno. Quest’ipotesi mi pare avvalorata da un tuo passaggio in cui scrivi che i nuovi credenti risultano molto diversi dai primi cristiani.
Quale la principale differenza al proposito che noti fra oggi e l’altro ieri?
Più che l’altro ieri, direi tanto tempo fa. I vecchi credenti, i credenti in buona fede, sono scomparsi con la rivoluzione scientifica. I vecchi credenti erano degli ingenui, che pensavano che Dio avesse creato il mondo in sei giorni. I nuovi credenti non credono a queste storie, ma pretendono di credere, il che, mi pare, equivale a essere in malafede, a credere di credere. Sì, è proprio una religione di ritorno, la gente pensa al ritorno, non necessariamente solo politico o economico, anche semplicemente di tranquillità, di pace dell’anima, che viene dalla conformità sociale, dal pensare (pubblicamente) come tutti. Il ritorno della religione è, a mio parere, nella stragrande maggioranza dei casi il piacere del conformismo, il pensare alla salute nel Paese del Fascismo, del Concordato, della Dc, e ora del cattolicissimo Berlusconi con tutte le sue mogli.
Scrivi nel tuo libro: “…i telegiornali ci danno notizie dell’avvenuto miracolo di San Gennaro con la stessa tranquilla sicurezza con cui parlano di incidenti stradali, al punto che quando i sopravvissuti dichiarano di essere ‘vivi per miracolo’, non si sa se metaforizzino o parlino alla lettera”.
Com’è potuto accadere ciò?
Risponderò con il vangelo di Giovanni citato da Leopardi all’inizio della Ginestra: “gli uomini preferirono le tenebre alla luce”. Che però, messa così, sembra la prevalenza del cretino.  La spiegazione che suggerisco nel libro è che abbiamo a che fare con una alleanza tra superstizione (tendenza mai morta nell’uomo), fastidio per la scienza, incapace di trasmettere certezze, e tecnologia a go go. Come risultato, si va dal medico, e ci si va in macchina, ma si tiene il santino di padre Pio, non si sa mai. Non dobbiamo illuderci sul fatto che il progresso tecnologico sia anche sviluppo razionale. Giorni fa viaggiavo su un volo easyjet proveniente da Parigi, le hostess vendevano ai passeggeri dei gratta e vinci, non si ha idea di quanti ne hanno comprati, e magari se li comprava anche il pilota.
Abbiamo cominciato questa conversazione su in cosa crede chi crede parlando dei tifosi, voglio concludere sul tuo libro con i cantanti. Ai cattolici mi pare avvenga quanto accadde a Caterina Caselli la quale ebbe un gran successo con “Sono bugiarda” ch’era la traduzione di una canzone di Neil Diamond intitolata però “I’m a Believer”.
Caterina confessa di mentire. E i cattolici (che in fatto di confessioni sono esperti) che fanno?
Di tutto un po’. Ci sono cristiani fervidi credenti (pochi), cristiani ipocriti (tanti), probabilmente anche cristiani matti, come in ogni risma di persone. La cosa interessante, però, è che se uno dice che tal dei tali, che è ateo, è anche matto, il messaggio che passa è semplicemente: “tal dei tali è matto”. Mentre se si dice che tal dei tali, che è cattolico, è anche matto, la Chiesa si indigna, e sostiene che si sta attaccando il cattolicesimo. Vogliamo ammettere che c’è un po’ di coda di paglia?
Come accennavo in apertura, fra i tuoi volumi di successo più recenti c’è “Dove sei? Ontologia del telefonino”, pubblicato da Bompiani nel 2005, libro che ti è valso il Premio Filosofico “Castiglioncello”.
A beneficio di coloro che non hanno fatto la scuola dell’obbligo, ‘ontologia’ (dal greco “óntos”, esistente e “lógos”, discorso) a farla semplice, è l’indagare su qualcosa
E’ più giusto chiedersi “che cos’è” oppure “chi è” il telefonino?
Direi “cos’è”, perché resta uno strumento, che ci cambia la vita, ma uno strumento. A meno che qualcuno non decida che il telefonino è venuto sulla terra per redimere gli uomini dai loro peccati. A quel punto sarebbe un “chi”, proprio come Pinocchio, che da burattino è diventato uomo. Visto che ci sono Paesi in cui la gente si fa seppellire con il telefonino, che su Internet impazza il culto del Mostruoso Spaghetto Volante, e che le novene e le processioni vanno fortissimo, non mi sembra del tutto escluso che il culto prima o poi abbia inizio.
Prima di lasciare i miei ospiti di questa taverna spaziale, li costringo crudelmente a fare una riflessione su Star Trek, non necessariamente elogiativa… che cosa rappresenta quel videomito nel tuo immaginario? Ammesso che qualcosa rappresenti, s’intende…
Ho un problema enorme. Temo di non averlo mai visto, o solo a pezzetti, in documentari o dibattiti. Temo di averne solo sentito parlare. Insomma, il mio rapporto con Star Trek è come quello di un cattolico con la Bibbia. Non mi sento abbastanza competente per esprimere un parere.
Siamo quasi arrivati a M-Ferraris, pianeta ateo abitato da alieni che hanno sulle loro tombe tutti la stesso epitaffio scritto in latino Credo certo ne cras, cioè ‘Sono sicuro che non c’è domani’… se devi scendere, ti conviene prenotare la fermata. Stoppiamo qui l’intervista, anche perché è finita la bottiglia di Orvieto Classico Superiore “Campo del Guardiano” consigliata da Sabrina Iasillo dell’Enoteca Uve e Forme”  di Roma… Però torna a trovarmi, io qua sto… intesi eh?
Almeno su questo, sono convinto che un domani c’è. A presto, e grazie.
Vabbè, ti saluto com’è d’obbligo sull’Enterprise:: lunga vita e prosperità!

 

È possibile l'utilizzazione di queste conversazioni citando il sito dal quale sono tratte e menzionando il nome dell'intervenuto.

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commenti presenti

Questi sono temi che interessano e fanno riflettere credenti e non credenti. Compro questo libro e vi ringrazio d'averlo segnalato. mario trevisan

inviato da mario trevisan
 

adolgiso non perde occasione per gettare fango sulla Religione dando spazio su questo sito sempre alle critiche piu acide. Ora con questo ferraris. Vergogna! Sonar

inviato da Sonar
 

E' proprio vero che i cattolici non sanno in che cosacredono . Nel senso che non conoscono gli aspetti dottrinali della loro fede. giulio satta

inviato da giulio satta
 

Chiedo al Prof. Ferraris, quando dice che i vecchi credenti sono scomparsi con la rivoluzione scientifica, si riferisce in particolare a quale periodo storico? Franca De Sanctis

inviato da Franca De Sanctis
 

mi permetto d'aggiungre a quanto Ferraris dice su di "un'etica senza Dio" che il suo "significato positivo" sta anche nell'affrontare la vita senza speranz di perdono attraverso la confessione, e la morte senza confidare nella rdenzione. Si vive, cioè, più responsabilmente. marzia messina

inviato da marzia messina
 

Vorrei sapere da Ferraris se (e quale) è la religione che vede i suoi credenti più edotti nelle regole (e nei perché delle regole) della religione in cui credono. grazie per la risposta. Giorgio Foresi

inviato da Giorgio Foresi
 

Scusate se intervengo con una riflessione semplice semplice. Ma vi dice niente il fatto che i giovani sacerdoti e suore che incontriamo per la strada sono tutte filippine, africane o di alcuni paesi sudamericani? Ovvero, con tutto il rispetto per quei paesi, da luoghi dove maggiore è l'arretratezza scolastica? Non vedo in giro giovani svedesi suore, o un giovane prete californiano o australiano. Ci saranno pure m sono pochi tanto da non notarli quanto invece notiamo i primi. Saluti a tutti. Sergio Pasquini

inviato da Sergio Pasquini
 

Molte religioni esistite un tempo non ci sono più. Chiedo a Ferraris o a chiunque lo sapesse se esiste un libro che parla della durata storica che hanno le religioni su questo nostro mondo. Se non esiste, Ferraris qual è la sua ipotesi sul cristianesimo? Marlon

inviato da Marlon
 

 

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