L'ospite accanto a me è Gianni Toti. Poeta e videoartista.
Poeta (o meglio « poetronico », come preferisce definirsi da quando scelse il video come mezzo d'espressione), e anche saggista, traduttore, scopritore di testi e d'autori underground scovati ai quattro angoli del pianeta Terra, attore e regista, si trova da sempre tra i principali movimenti d'avanguardia. Dalla sua complessa biografia si ricava l'immagine di un intellettuale che spende con generosa dissipazione riflessioni teoriche, creatività, attività editoriale ed impegno politico: militante Gianni Toti lo è, infatti, fin da quando, giovanissimo, s'arruolò nella Resistenza.
Dai primi anni '80, affascinato dalle prospettive dell'elettronica applicata all'arte, realizza opere che, agendo sull'intercodice fra musica parole ed immagini, si sono imposte all'attenzione internazionale.
Questo personaggio sognante e icastico, lo conobbi oltre vent'anni fa in occasione della lavorazione di una sua performance radiofonica intitolata "La danzerina di Majakovskij" realizzata con uno dei primi audiocomputer allora in circolazione alla Rai. come dite?... no, oggi la Rai dispone di molti, tanti audiocomputers, peccato però che non disponga più di sé stessa.
Notizie di Gianni sul web ce ne sono moltissime, con biobliografie, videografie, riflessioni critiche di e su di lui, qui scelgo fra le pagine solo in italiano: http://space.tin.it/arte/cprezi/toti.html
http://web.tiscali.it/no-redirect-tiscali/aclabor/monogra/gtoti.htm
http://www.imprese.com/video/iml/toti.htm
Ancora una cosa: in quest'autunno dell'anno terrestre 2003, esce nelle edizioni Fahrenheit 451 www.edizionifahrenheit451.it un suo titolo nella collana I Taschinabili: "I meno lunghi o i più corti racconti del futuremoto". Brevi narrazioni sul gran teatro del mondo: sprettacoli o spettroracoli (per usare parole di Gianni) su "la vita, la morte, le vertigini cosmiche. una scrittura nuda, essenziale", com'è detto nella presentazione di Giovanni Perego.
- Benvenuto a bordo, Gianni.
- Allora - ad hanc horam - l'extra-vista Kong-Zi di Totìuscius - non confuciana ma confusiana (in-naturalmente) . dico punto.
Come-unque mi affaccio al tuo stellare sito (situs):
1) dal latino sinere radice sei , di struttura indoeuropea ma privo di connessioni attendibili, e comunque luogo-posizione.
2) Fetore-Muffa - "abbandono"
3) participio del verbo citato: sinere
4) grano-cibo - da cui la sito -fobia
qui mi affaccio, e non alla home (homicidiale anglismo provincialistico) uscendo subito dalle tue pages e rientrando nella mia semplice e italiota pagina .
Eccomi nella Intrapresa startrekkica.
- Voglio farti assaggiare questo bianco frizzante Sauvignon Doc Colli Piacentini di Torre Fornello… qua il bicchiere… ecco fatto.
Adesso ascoltami: il Capitano Picard è bravissimo, per lodarne la guida, a Roma direbbero "è un bel manico", però noi nello spazio stiamo, schizziamo "a manetta", prudenza vuole che tu trasmetta sulla Terra, come sempre chiedo iniziando la conversazione con i miei ospiti, il tuo ritratto. interiore.insomma, chi è Gianni secondo Gianni.
- DUMque un ritratto interiore di Johannes Totìus. hmm!... e se fosse un ritratto esteriore? O - meglio - retratto. Io sono stato retrattile nella mia lunga - ormai - vìvita esterroristica (da bravo terrorista dinamitardo e pistolero , com'è scritto nel mio ritratto ufficiale in questura. Ne ero stato "informato" dai quattro poliziotti che - dopo il mio arresto-ferimento - seguito ad un mio attentato "alla dinamite", mi sorvegliavano giornottalmente. e poi si offesero perché non mi ero fidato di loro "bravi poliziotti italiani" (così si definirono), al servizio di fascisti e nazisti, - poiché io tenevo sempre sotto il letto un pistolone prudenziale ben nascosto. Come sai, ero nella Resistenza, poi Tenente del Corpo Volontari della Libertà con minima pensioncina di guerra. tempi andati, quello che conta oggi è borrellianamente resistere-resistere-resistere e in-sistere.
Forse il tratto fondamentale (pensa a questo s-fondo totiano) è ancora il mio vecchio rigoroso lottare sempre, personalmente per il non potere : la mia vita di inviato speciale-giornalista-direttore de il "Lavoro" - organo della Cgil - i miei quindici libri di poesie, i tre libri di saggi, i libri di narrativa (inenarrativa), le mie venti e più videopoemopere, etc.
E poi. e poi scrivo a mano e non a macchina o computer per la mia retinopatia che a volte per presunzione, o postsunzione, della vanitas vanitotitatis finisco per chiamare retinoTOTIeSIA. ah, ecco! La mia vera in-definizione di Totius: è Cosmunista .
Anche se il Comunismo - ahimè - non è mai esistito. Sono esistiti i comunisti, non le società comuniste. Sono esistiti i regimi socialisti, come L'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche. Il comunismo non è mai finito, né fallito. Come qualche Burlesconi ripete strupidamente . Non è mai cominciato, e forse futurerà solo quando terminerà la Penuria nel mondo e comincerà l'Abbondanza e il comunismo sarà l'Abbondanza. Come sognava non dubitando l'uomo che diceva di sé Ich bin kein marxist . Il comunismo sarà l'Abbondanza. se sarà!
THE REST IS SILENCE - come diceva Hamlet.
- Hamlet?!... E chi è? Come si è permesso costui di plagiare il titolo di un mio libro? Appena finita questa conversazione mando un cosmofax di denuncia alla Siae. Torniamo a noi, è meglio và.Sei stato fra i primi in Italia ad occuparsi di videoart, parlamene.
- Non si chiamava ancora (e chi la chiamava? chi irrispondeva?) video-art. Ora ars electronica o ars kinética o, semplicemente, arte in movimento oppure wagnerianamente opera d'arte dell'autentica Gesamtkunstwerke (Wagner ha scritto " L'arte e la rivoluzione e sul principio del comunismo" si vedano i miei Taschinabili delle edizioni Fahrenheit 451, da te ricordati poco fa), insomma Arte Totale. Tutte le arti insieme, non più separate, come la Pittura e la Scultura in movimento - Pittronica, Scultronica, ma anche Architettronica, Poetronica, Cromatronica et ceteriora. tutto è mobile ormai aldilà dell'Internettazionalizzazione o Cosmottronica o Cosmuistronica. penso, ad esempio, ai tanti Festivaltronici, alla rassegna In-Video.
- .per chi volesse saperne di più su questo festival, diamone anche il link: www.mostrainvideo.com
- Siamo alla totalizzazione delle arti, al di là del Com-Internet, l'Informatronica, la Comunicatronica, (e qui le arti non c'entrano) la Disinformatronica, la Teleopsìa, non "lontano-visione" - la così male detta o detta-male "televisione" con un'arbitraria associazione tra greco e latino. Dopo che il cinema si è compiuto ormai storicamente, può svilupparsi solo la oltredigitalizzazione nonostante il velleitarismo culturalistico para o pseudoscolastico.
Auguri a toti noi. Augur (da àugere ) era annuncio di cose buone; in sanscrito ajas era "la forza"
- C'è oppure non c'è secondo te un rapporto fra le avanguardie storiche e le nuove ricerche espressive dei nostri giorni, computer compreso?
- Scusa qui la mia idiosincrasia negazionista quasi per principio per le “ricerche”. Non si deve cercare nulla. Bisogna trovare.
Peggio se le ricerche sono "espressive" (che es-premono qualcosa, come le arance. Per me sono de-testuali le espressioni artistiche, i pensieri non si devono premere dentro i neuroni - le cellule nervose).
L'idiosincrasia continua per le parole militari (come "avanguardie") o metafore degli eserciti. Preferirei - se mai fosse possibile - le "retroguardie".
Anche i movimenti "storici" si sforzano di avanguardare e futurare. Ma noi sappiamo come sono finiti i futurismi. Sono state illusioni (in-lusiones = giochi) che sognavano - si augurarono di aumentarsi con desiderazione bonae voluntatis. - accrescimenti "culturali" augurali delle arti come "arti-colazioni". ah! ah!... mais ça c'est culturel si ironizza oggi. mais c'etait vraiment culturel l'au de là du futur . Anche ad ipsum tempus si futuririrebbe molto neo-tecno(il)logicamente. Ma telefonare al futuro.! E' un esercizio esorcistico. niente meno di più. Le wagneriane opere d'arte dell'avvenire sono Gesamtkunstwerke
- In quale delle aree espressive noti oggi i lavori più interessanti nella sperimentazione di nuovi linguaggi?
- "Area" è una parola di etimologia incerta e "senza connessioni evidenti". Si usa come area di estensione di "terreno sodo" per fabbricare - o essiccare - ed è un vecchio tentativo cinquecentesco di usare area per aia . Ora "aie espressive" mi sembra incongruo soprattutto per le troppo corrive espressioni che in-ex-premono cose d'arte.
Circa il termine "sperimentale" lo si usa anche per le povere arti - anzi per l'arte ( tout court o "tutta corta", poveretta). Mentre l'arte sperimentale non esiste. L'arte è la sperimentazione, il tentativo di fare cose che non ci sono mai state. Ora, quando si parla di nuovi linguaggi non capisco bene di quali linguaggi si parli. L'arte è il linguaggio. E non si sperimenta. Non si prova. Fare "tentativi d'arte" è persino in-dicibile. L'arte è arte se c'è testa - pensiero - si arriva a faciture di cose che prima di essere fatte non erano.
Se poi si allude ai "nuovi linguaggi" per intendere i così male detti "linguaggi neo-tecnologici" io mi perdo proprio. Per me non esistono nuovi linguaggi. A meno che non ci si illuda - un pò troppo stupendeamente - come quelli che parlavano di "Novissimi". ricordi? In conclusione di questa mia irrisposta, chiedo a chi alludete voi situati quando parlate di queste "novità", di "nuovi linguaggi"? Alludete ludi cramente a qualcuno? A qualche neolinguacciuto computererrante? erraneo o erroneo?
- Se sei rimasto a corto d'ingiurie, ho qui a tiro il "Dizionario degli insulti in 5 lingue", Edizioni Tiger Press, 1980, una vera leccornia, non fare complimenti! Se ti serve, qua sta. Nel frattempo, mi è gradita l'occasione della prossima domanda per ottenere nuove contumelie, con vecchio o nuovo linguaggio poco importa.
Arte e ideologia - due termini che ti hanno sempre coinvolto - rapportati fra loro hanno oggi un momento di scarsa frequentazione. Credi ancora in un'attualità di quel binomio? E, se sì, perché?
- Arte e Ideologia? Dovrei ripetermi o riPOETermi? L'Arte è l'Arte, senza aggettivi. E l'Ideologia è il “discorso delle idee” Di cui si sparla quasi sempre a vanvera. Oggi si blatera – per esempio – di “fine delle ideologie” e non ce ne sono mai state di più, e di più false. L'ideologia è – in fondo – solo “falsa coscienza” per ridirla con esattezza marx-engelsiana. Mistificante alienazione del pensiero in tutte le forme dell'imbroglio linguisterico. La maggior parte della gente ne pensa come di un patrimonio specialistico di movimenti ed eventi politici: il socialismo, il comunismo (che non è mai cominciato in queste epoche), eccetera. L'Arte non può essere ideologica – né una ideologia può definirsi artistica. Certo di chiacchiericcio su questo binomio ce n'è tanto, non poco. Il “binomio” è frequentatissimo, troppo. E non dovrebbe esistere la bi-nominalità. Ma non credo ci sia niente da fare. Rinomineranno sempre – ahinoi!
- Sul “pianetoròttolo” Terra sei noto per essere un funambolo del linguaggio esaltando e collassando la lingua italiana in vertiginosi neologismi creando così un particolare stile comunicativo e critico. Perciò voglio chiedere proprio a te una cosa, prendendo spunto da quanto proposto dall'Associazione “ La bella lingua” che ha redatto tempo fa un manifesto in difesa della lingua italiana sottoscritto da molti autori e operatori culturali; per citarne solo alcuni: Guido Ceronetti, Francesco De Gregori, Ernesto Ferrero, Vittorio Sermonti, Luciano Violante, e tanti altri.
Da chi e da che cosa, secondo te, va difesa oggi la lingua italiana?
- Grazie della nobile aggettivazione ma cado anche dalla pagina e dalle parole, se qualche volta io deambulassi davvero su funi linguistiche, mi sentirei male in quelle sospensioni. La lingua - tutte le lingue - sono paleo-neo-logistiche. Se dici afa credendola una bollente parola, troverai solo ah! - un soffio - un alito di rovente calura. Se cerchi l'ètimo, non farai che spezzare aerei segmenti di sillabazioni e di precedenze labiali e neppure. Questa è la lingua - un insieme di neanche monosillabi pre-pre-pre-istorie. Pa-pà, ma-m-m-a etc.. Parleremo del papa come un papà mentre il Pontefice era solo un "facitore di ponti". Certo, io non amo i provincialismi linguostorici. Detesto gli inesistibili "occhei" (l'occhei, lo sai, non esiste neppure nei dizionari. al massimo troverai all correct o all right , ma non "occhei", se non come kappa-oh), le "pages", le "homes", invece di "case", "pagine". Tutti i difensori della "bella lingua" dai Ceronetti ai Violante (.ricordo che Violante si esibì una volta sulla stessa "Unità" in un attacco contro "il pericoloso illuminismo"), sono "chiacchiericiattori". Dunque non è che bisogna difenderci solo dai provincialismi linguistici (anglismi - francesismi - ispanismi - sanscritismi), né soltanto dalle deformazioni degli stupidismi teleoptici - internetAZIONALI - residui irresiduali e anzi sfuturature preistoriae che si retrosviluppano post-pre-istoria e che non si faranno storia, forse. Né dai totismi che non sono sognambulismi su nuovi fili tesi della linguagerie sospesi negli ex-idiotismi - loci communes e erranee neo-paleologistichelogiche.
Agire, invece, sulla pesantezza della lingua che non pe(n)sa o pensa male e poco torcendola nella sola creatività possibile delle farciture poietiche della téchne.
Non si tratta di spremiture neologismantiche ma di scritture-pensieri in atto. Non di neo-techniké. Ma di pensiero che si scriVIVE o di scrittura che si pensa modulandosi oltre le paleo-technicologie. Autoinventandosi. senza sogno-fun-ambulotronicherìe. la Poemetàgnosi o la Poemetàndia
- Laurie Anderson canta "Language is a virus" citando William Burroughs che diceva "Il linguaggio è un virus venuto dallo spazio". Segue, quindi, una domanda acconcia in un viaggio spaziale: sei d'accordo con quella definizione? Se no, perché? E, se si, qual è oggi la principale insidia di quel virus?
- Il virus è un agente infettivo di dimensioni submicroscopiche attraverso membrane impermeabili ai batteri, ma vive dentro cellule viventi. Insomma virogènesi.
Laurie Anderson canta benedettamene bene. La conosco e abbiamo simpatizzato tanto tempo fa, a Locarno, mi pare. Ma non è esperta in virologia e in spazialità specifica. in linguaggi canori un po' di più. Nello spazificio mio, i virus mentali non sono del tipo burroghsiano. Me li fabbrico da me - e sono abbastanza virulenti - ma li tengo a bada e li bato e li batto anche (dall'interiezione BAT di origine medi(a)terranea.
Francamente, abbiamo già il virus "burlescòn" che ci avvelena sin troppo spazio e - questa irrisposta - mi basta per badarmi e badarlo. Non abbiamo troppi badanti al burlesque di questo spazio qui. Se ci penso, anche una vineria spaziale non mi avvinazza bene. Insufficit.
- Prima di lasciare i miei ospiti di questa taverna spaziale, li costringo crudelmente a fare una riflessione su Star Trek, non necessariamente elogiativa. che cosa rappresenta quel videomito nel tuo immaginario? Ammesso che qualcosa rappresenti, s'intende.
- Sono stato uno startrekkiano. Adesso no, non più. Mi sembra una carretta stellare molto vecchia. Lo spazio non è più lo stesso. La fantascienzaggine è quasi preistorica. Gli attori hanno perduto di stile e grinta. Li scorgo appena - ripetitivi come sono, quasi teleinvisibili. E mi dispiace. Per molti anni avevano accompagnato de-vertiginose fantasmasiessusìe. Ora persino gli universi paiono spenti. Riverniciare l'Intrapresa mi pare solo una Enterprise velleitaria. Manca il pensiero: il peso che pende. Dovreste re-inventare la "barca delle stelle". Fate presto, criticate l'attuale povertà immaginativa startrekkiana. Lanciate nuove ideAzioni. Che nuovi produttori videocinematici chiamino scritto-sceneggianti a "ri-pensare" tutto. Che dagli ultimi lontanissimi futurituri arrivino altri convogli stellari, impersonaggi inediti mentalmente anche per noi. Fate "cose che non ci sono mai state", come dicevo prima a proposito del fare arte. Cose mai pensate. Al di là delle fantasie ormai preistoriche e delle stanche scienze post-nucleari. Oltre le "guerre dei mondi". Senza poiéin e senza téchne non ri-nascerà nulla. Svegliate le coscienze addormentate nelle antiche videografie. Nulla di nuovo viene da commerciali cinema e televisioni per la crescente stupidità di produttori-consumatori del nulla. Ni-hilum . E' tutta nientissimità pre-neuronale. Ma le neuro-bio-scienze non chiedono, non esigono forse scintillazioni delle sinapsi? Aux arts - startrekkiens ! ST non rappresenta più. Occorre andare oltre la ri-presentazione. Meglio la ri-assentazione. Non andate a cercare, trovate!
Ou fond du gauffre - Ou fond de l'iconnue .
- Siamo quasi arrivati a Tòtya, pianeta di celluloide abitato da alieni poetronici … se devi scendere, ti conviene prenotare la fermata. Stoppiamo qui l'intervista, anche perché è finita la bottiglia di Sauvignon Doc Colli Piacentini di Torre Fornello….
- Ma no! Tòtya non è un planetesimo! Tòtya è Tota Totìus. Non un mondicello ma gli inifinillenni miliardennari in atto… pre-post-futurituri! Ci dis-abitano gli s-facituri di in-cause ineffabili. Già al di là di stanche intraprese. Verso extraprese o da extrasurprendere…
Quanto a voi, chiamatevi extrapressoporsus-versus. Non chiamatevi. Fate che vi chi-amino. Ri-ri-ex-instataneatevi. in-state. stupendaneatevi per stupefaciture di extraprese impoetute!
- Ci proveremo, ma non mi pare cosa facile facile.
Ora ti saluto com'è d'obbligo sull'Enterprise: lunga vita e prosperità!
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