L'ospite accanto a me è Felice Piemontese.
Critico, narratore, poeta.
Nato a Monte S. Angelo, vicino Foggia, vive da sempre a Napoli. Giornalista
alla Rai, è critico letterario per "Il Mattino", e
suoi interventi saggistici, specie sulla scena letteraria di ricerca,
si ritrovano in una grande quantità di pubblicazioni rintracciabili
anche sul web.
Attento lettore delle avanguardie letterarie del '900, i suoi esodi
creativi sono connotati da un'interpretazione sperimentale della scrittura,
in seguito pubblicherà presso l'editore Pironti nel 1989 il romanzo
Epidemia, nel '90 ottiene un buon successo Autodizionario
degli scrittori italiani, nel '97 si avrà una raccolta di
poesie: La città di Ys.
Lo spunto per quest'incontro è dato dall'uscita presso Marsilio
di Dottore in niente, per rintracciarne una scheda editoriale
cliccate qui http://www.marsilioeditori.it
Protagonista di questo romanzo è Guy Debord (1931-1994), fondatore
dell'Internazionale situazionista. Nella finzione narrativa, un amico
italiano di Guy si reca in Francia, in Alvernia, per meglio comprendere
le ragioni che spinsero al suicidio l'autore de "La Società
dello Spettacolo" che proprio in una fattoria di quella regione
si tolse la vita.
Quando mi è possibile, segnalo dei miei ospiti anche qualche
occasione meno nota per rintracciare loro gusti e curiosità;
di Felice citerò una sua ghiotta e divertita presentazione di
"'O Principe piccerillo", cioè il Piccolo Principe
di Saint Exupèry tradotto in lingua napoletana da Roberto D'Ajello,
l'anno è il 2000, l'editore è Franco Di Mauro.
- Benvenuto a bordo, Felice
- Grazie, tanto più che mi ricevi in una vineria. E il personaggio
del mio libro amava ripetere che come scrittore ha scritto meno di una
qualsiasi persona che scrive, ma come bevitore ha bevuto molto più
di una persona che beve. Lui, almeno.
- Ben venga allora questo Cabernet Colle Funaro '97 dell'Azienda Orlandi
Contucci Ponno…qua il bicchiere…ecco fatto.
Adesso ascoltami: il Capitano Picard è bravissimo, per lodarne
la guida, a Roma direbbero "è un bel manico", però
noi nello spazio stiamo, schizziamo "a manetta", prudenza
vuole che tu trasmetta sulla Terra il tuo ritratto…non quello
fisico, quello intendo risparmiarlo ai miei avventori…
- Sono uno che fa un sacco di cose, ma che ritiene di averne fatte molto
meno di quel che sarebbe stato giusto, almeno dal mio punto di vista.
Forse darò il meglio di me in un lontano futuro.
- Immaginiamo che un lettore ti chieda, prima di entrare in libreria,
di dargli una sola ragione per leggere "Dottore in niente"
- Credo che si possa dire almeno questo: che è un libro diverso
da tutti gli altri.
- Bene. Non è poco. Ora dimmi, nel tuo lavoro letterario, nello
scrivere in versi o scrivere in prosa, cambiano solo le tecniche, oppure
anche le finalità della scrittura?
- No, cambiano solo le tecniche.
- Cos'è secondo te che distingue il traguardo espressivo della
letteratura dalle altre forme di comunicazione artistica, oggi?
- Il suo carattere deliziosamente anacronistico, che corrisponde però
ad esigenze interiori ancora assai vive.
- Da anni svolgi anche il lavoro di critico, esiste in Italia un movimento,
oppure uno scrittore, che ritieni possa avere un futuro nella nostra
letteratura?.
- Movimenti no, non ce ne sono.
Ci sono parecchi buoni autori - il cosiddetto livello medio è
molto migliorato, negli ultimi anni - anche se nessuno eccelso, mi pare.
- Molti linguisti affermano che la Rai ha divulgato, unificandola, la
lingua italiana nei nostri stessi confini.
La Rai, ansiosa, si presenta al tuo esame, la promuovi oppure no?
- Come hai ricordato in apertura, lavoro alla Rai. Per chi diffama l'azienda
c'è il licenziamento in tronco.
- Il rimprovero - se ne hai uno - che rivolgi all'editoria italiana?
- Manca spesso di coraggio e d'inventiva.
- So dei tuoi studi sulle avanguardie storiche
vedi una continuità
fra quei movimenti e le nuove ricerche espressive dei nostri giorni,
computer compreso?
- Non mi pare. Le avanguardie sono finite proprio con Debord, e non
avrebbe molto senso riproporle ora.
Le nuove ricerche espressive partono da presupposti molti diversi.
- A tutti gli ospiti di questa taverna spaziale, prima di lasciarci,
chiedo una riflessione su Star Trek
che cosa rappresenta quel videomito
nel nostro immaginario?
- E' il luogo in cui si condensano i nostri incubi, le nostre fantasie,
qualche residua aspettativa...
- Siamo quasi arrivati a Piemontèsya, pianeta abitato da alieni
situazionisti
se devi scendere, ti conviene prenotare la fermata.
Stoppiamo qui l'intervista, anche perché è finita la bottiglia
di Cabernet Colle Funaro '97 dell'Azienda Orlandi Contucci Ponno
.
Però torna a trovarmi, io qua sto
intesi eh?
- Sicuro. Il vino era buono, la compagnia gradevole, che cosa chiedere
di più?
- Vabbè, ti saluto com'è d'obbligo sull'Enterprise: lunga
vita e prosperità!
È possibile l'utilizzazione
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il sito dal quale sono tratte e menzionando il nome dell'intervenuto.
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