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Segnalato su Webtrekitalia - Portale di cultura Trek

L'ospite accanto a me è Mauro Pedretti. Scrittore, videoartista, musicologo…ho scordato niente?…mi pare di no. Del suo PiR: Parole in Ritirata - Stampa Alternativa, 1993 - dove si parla per niente d'arte militare e molto delle scritte nei vespasiani, sono state vendute oltre 100.000 copie.
Quel testo delizioso, oggi pressoché introvabile, è però scaricabile dall'aprile '02 cliccando, come vi consiglio di fare, anche da Millelireonline.
Sempre per Stampa Alternativa ha curato nel '95 la pubblicazione di "La Germania" di Tacito nella traduzione di F.T. Marinetti; nello stesso anno Mondadori ha pubblicato un suo racconto, "Apertura di stagione", all'interno del celebre settimanale giallo.
 "Creta labirinto mediterraneo", edito da Mursia nel '93, precede di due anni un'altra sua impresa letteraria che m'è cara: "Labirinti", un librino contenuto in un cofanetto pubblicato dalla Vaca  - per saperne di più su questa sigla che sta per VAri Cervelli Associati, cliccate su http://www.vaca.it - che esplora le tematiche del labirinto attraverso molte pubblicazioni che se ne sono occupate. Le tappe nelle quali è scandito il percorso vanno dall'archeologia e mitologia alla matematica e informatica trascorrendo attraverso testi di critica e ricerca, architettura e arte dei giardini, arti visive e viaggi; un'avventura, manco a dirlo, labirintica, della quale Mauro si assegna il triplice ruolo di Arianna, Minotauro e Teseo, ruoli da me qui elencati in ordine alfabetico.
Ha compiuto anche parecchie altre nefandezze. Per apprezzare, o disprezzare, quelle sue imprese, cliccate ancora - lo so che siete infaticabili - su Alosi e per vedere una sua netperformane intitolata Smascherato dovrete lavorare di mouse per scoprirne il doppio percorso e smascherare trucchi e trappole ideate dal diabolico Pedretti. Un autore che sfugge a classificazioni perché rifugge dalle specializzazioni, preferendo non tesaurizzare risorse ma dissipare le proprie energie proiettandole ogni volta in avventure diverse che, però, a ben rifletterci un comun denominatore ce l'hanno: l'investigazione della realtà attraverso le sue iperboli, il rinvenimento di reperti eccessivi, la scoperta di orme immateriali. Non so quanto abbia studiato Heisenberg, ma il principio d'indeterminazione gli appartiene tutto, nelle cose che produce e nelle scelte di vita che fa.

 

Benvenuto a bordo, Mauro…
Saluti da mamma Terra capitan Armando, grazie per l'invito a bordo, a bordo di calice... che è ancor meglio, sarà vino dolce spero...
Vediamo…sì, per te un Moscato d'Asti di Villa Jolanda…qua il bicchiere…ecco fatto!
Senti, il Capitano Picard è bravissimo, per lodarne la guida, a Roma direbbero "è un bel manico", però noi nello spazio stiamo, schizziamo "a palla"…prudenza vuole che tu, in poche battute, trasmetta sulla Terra il tuo ritratto, insomma come vorresti essere ricordato dagli umani…no, non fare quegli scongiuri! Ci sto pur'io su 'sto tram, mica m'auguro che…sai, la mia è solo previdenza
Bene... è Moscato, d'altri tempi. Che fa rincuorare, davanti a quel pianeta che scorgo dall'oblò, laggiù in fondo, azzurro…Vedi, quando si lanciano domande del genere, a mio avviso ne rimane sempre sottintesa una, la principale, ma vogliamo veramente essere ricordati? E poi, nel caso la risposta sia affermativa, sarebbe preferibile essere ricordati per quanto si è fatto o si è stati, oppure per quanto non si è fatto e non si è stati?
In questo ultimo caso, ne avremmo da dire! Curricula del genere... da leccarseli. Tempi passati tracciano storie di uomini perfino delittuosi pur di rimaner nella memoria. Fossimo a ragione animali solo un po' più evoluti, basterebbe la procreazione e la discendenza come modo del ricordo. Perché ognuno di noi ha aperto la sua finestra sul mondo inconsapevolmente e necessariamente la richiuderà. All'interno di questi due momenti forse basta vivere. Essere ricordati per esserci stati. Basterebbe.
Ora però ti farò pentire di esserci. Infatti ti rifilo una domanda che, t'avverto, è tozza: l'arte elettronica, la vedi come una smaterializzazione del corpo fisico delle arti così come le conoscevamo? O come una sua protesi? Oppure una mutazione genetica?
Come una sua mutazione, non tanto genetica direi, quanto nel senso di muta, cioè di cambiamento di epidermide. Ci sono animali che cambiano pelle per rimanere se stessi, altri per involarsi come farfalle. Io spero che tale mutazione dell'arte possa essere di quest'ultima specie, anche se non saprei dire ancora cosa ne verrà fuori.
Ora come ora, si assiste ad una smaterializzazione del substrato, come ben dici, ma io credo che non sarà altro che un nuovo mezzo d'arte, di ancor sconosciute qualità.
A pensarci, in fondo però non ci è così nuovo, anche la musica non ha a tutti gli effetti un corpo materiale.
Se pensiamo all'arte come all'anima di un mondo senza Dio, il suo supporto non interessa: se la consideriamo come merce allora le cose si aggrovigliano. A volte forse è un bene, che si attorcano in nodi insolubili.
So dei tuoi studi sulle avanguardie storiche…vedi un rapporto, e, se sì, quale, fra quei movimenti e le nuove ricerche espressive dei nostri giorni, computer compreso?
Un continuum, credo sia un logico susseguirsi. In fondo meno di un secolo non sarà altro che un quasi-nulla abbastanza presto. E' per questo motivo che ho considerato piacevole rileggere una traduzione latina a firma di Marinetti, uno dei più conosciuti maestri dell'avanguardia storica, per comprendere che i salti si fanno (e si devono fare) dandosi la spinta da terra solida e conosciuta verso nuovi spazi ancora vergini.
Attenzione ai rimbalzi, comunque.
Un mio gioco autoritario e crudele, e forse anche qualcos'altro di meno parlamentare:
costretto con la forza a scegliere fra due termini che t'impongo arbitrariamente, Internet lo consideri un catalogo - e sì che te n'intendi di cataloghi avendone ideati alquanti - oppure un romanzo?
A sadiana crudeltà rispondo: un catalogo.
Vorrei però traslare la tua domanda... e chiedermi se mai un catalogo possa essere un romanzo…mi faccio una domanda, mi do una risposta... eddài Armando, non fare quella faccia da ebete marzulliano...!
La rete, io credo, stia man mano assumendo la forma della biblioteca di Babele immaginata da Borges. Cresce giorno dopo giorno, forse verso una direzione che per ora non si riesce a scorgere, il che la renderebbe atta ad uno scopo.... quale a dirsi, è difficile, potrebbe sembrare, se presa complessivamente, un nuovo organismo che muta forma, le cui cellule muoiono e rinascono, che sviluppa nuove braccia e protesi, e, al tempo stesso, fagocita i propri arti. Siamo in pieno mutamento ameboide, questo è quanto si vede. Facciamocene partecipi, finché si può.
Quando ti ho presentato agli altri avventori, ho dimenticato di dire che hai una laurea in fisica…ma la colpa è tua, via! hai frequentato corsi serali di recupero su tutto lo scibile!…
Un tuo vaticinio: quale sarà il futuro del rapporto Arte-Scienza?
Ci sono filosofi che parlano della scienza come arte, la quale cosa potrebbe sorprendere, visto poi che a dirlo sono filosofi e non artisti né scienziati. Ma questo fa pensare che queste tre figure, distinte fino a poco tempo fa, stiano velocemente confluendo in un'unica entità.
Non so bene cosa possa portare al connubio scienza ed arte, se non quello di uno scambio reciproco di tecniche, di scopi e di metodi. Non mi pare di intravedere altro, al momento. Ma sono un po' miope.
Credo poco alla tua miopia, tanto che ti chiedo ora di lanciare lo sguardo sul futuro…Kevin Warwick studia l'integrazione Uomo-Macchina innestando chips nel proprio corpo e pensa a nuove tappe del Cyborg Project dall'Università di Reading; secondo i futurologi in un tempo meno lontano di quanto s'immagini impareremo codici capaci di svelare nuovi segreti della natura, passeremo la barriera dell'infinitamente piccolo, si dilaterà la concezione di Spazio, saremo capaci di percepire nuovi stati e livelli di esistenza, la nostra coscienza-mente-identità sarà più vasta e ne saremo consapevoli…quale uomo uscirà da queste acquisizioni, quale sarà l'atteggiamento esistenziale che più lo differenzierà da noi?
Premetto che diffido dei futurologi: da come hanno futurologato nel passato è facile poter dire che è difficile vedere il futuro, un po' come farsi idea della forma di una pianta sconosciuta guardando un suo piccolo seme.
Il progresso "tecnico" non sempre va assieme al progresso umano, a volte ne rimane lontano. E' l'uomo, sempre al centro del mondo, il quale deciderà su quali vantaggi e svantaggi accettare o meno da questa integrazione della tecnologia con il suo essere.
E se il corpo diventasse qualcosa di totalmente tecnologico, dubito che la mente diventerà più libera, perché penso che dovrà liberarsi di se stessa, innanzitutto.
La musica rientra nei tuoi interessi - per chi non lo sapesse Mauro ha studiato da quando aveva 5 anni pianoforte, e continua tutt'ora evitando scrupolosamente di dare gli esami finali - e hai anche scritto, come rilevo da www.teche.rai.it, un'Enciclopedia della Musica' pubblicata da Vallardi. Il critico francese Daniel Charles profetizzava che la caratteristica principale della nuova musica sempre più sarebbe stata "l'allontamento da ogni tipo di centralità, da ogni scuola". L'ha azzeccata? Cioè, oggi ogni compositore fa storia a sé? Per intenderci, a differenza del tempo di Darmstadt?
Abbastanza direi. Quelli che non fanno storia a sé rientrano tra quelli che saranno dimenticati nella generazione prossima. In epoca di espansione di scelte e possibilità, non farle risulta perdente, artisticamente perdente. Ognuno può fare la sua strada, e possiede tutti gli strumenti per costruirsela da sé. Perché continuare a camminare su una già stesa, se già ben stesa?
Ho segnalato in apertura una tua performance fotografica sul web. Ne sai parecchio sull'argomento. Presto i telefoni cellulari faranno ed invieranno fotografie digitali. Le e-mail saranno accompagnate da immagini e suoni. L'unione di tre media (foto, musica, comunicazione scritta) quale influenza potrà avere sul linguaggio dell'immagine fotografica?
L'integrazione mi pare ci sia già (internet, webcam, mp3, html) e vedo che non è cambiato poi molto. La fotografia cammina da sé, per ora, come il cinema e le altre arti. Non vedo ancora contaminazione, se non minima e alquanto insoddisfacente. Sicuro che qualcosa succederà, ma non saprei cosa, come e quando. Stiamo ad aspettare con gli occhi aperti per cogliere i primi veri segnali.
Internet, nuove tecnologie, letteratura…quale differenza espressiva vedi tra testo scritto e ipertesto?
Una grossa differenza. L'ipertesto, con la sua possibile forma labirintica, porterà a differenziare i livelli di lettura in maniera concreta, permetterà di integrare le conoscenze in maniera sempre più multidisciplinare e di strutturare in maniera esplicita tutti i sottesi di un'opera. Sarà un arricchimento. Se ben usato. Cioè sfruttato in tutte le sue potenzialità: sparirà a mio avviso il singolo"autore" mentre appariranno sulla scena gruppi di "autori", ognuno con competenze specifiche, che assieme potranno mettere a punto delle vere opere-ipertesto.
Abbiamo finora parlato di arti e loro applicazioni, mi viene da chiederti: Arte e Mercato, secondo alquanti sono termini inconciliabili. Anche per te?
Sono insoddisfatto della sua mercificazione, non tanto del mercato che potrebbe avere i meriti, in questo difficile periodo storico, della sopravvivenza della figura e dell'idea dell'artista…Vero, l'arte non dovrebbe essere merce e quindi mercato, però non ce lo possiamo ancora permettere. Che sia però mercificata, cioè ridotta a gadget e gingillo, questo non mi piace.
Credo che l'arte tocchi a ciascuno, e non ai pochi, e se ne fossimo tutti consapevoli la sua mercificazione svanirebbe. Verrà il giorno.
Un sito italiano ha integralmente plagiato PiR, ovviamente senza neppure citarti così come consiglia Monsignor Della Casa in quel suo manuale sul web. Che cosa pensi della proprietà intellettuale al tempo di Internet?
Bisognerà cambiare mentalità. Se il diritto d'autore è indispensabile alla sopravvivenza dell'arte, non è detto che non esistano forme diverse per tutelarlo. Ogni epoca ha i suoi mezzi. Noi stiamo cambiando epoca.
Copiare…copiare fa bene se si copia con l'intento di produrre qualcosa di nuovo. Correttezza vuole si riconosca ciò da cui si parte.
E poi rubare ai ricchi, ben venga se gli scopi son più alti, ad esempio per dare ai poveri. Robin Hood non è mica vissuto invano.
A tutti gli ospiti di questa vineria chiedo sempre di fare una riflessione sul mito di Star Trek…che cosa rappresenta secondo te…
Beh... da piccolo non mi perdevo una puntata, quando apparve sugli schermi del televisore di casa. Poi mi crollò nella scala dei valori nel momento in cui al cinema vidi l'accoppiata Odissea 2001 - Kubrick e Solaris - Tarkovskij. Non compresi allora che ST era qualcosa di diverso, un'altra immagine della mente umana, solo apparentemente più facile.
Un aneddoto... ST mi ha sempre accompagnato in questi anni, soprattutto a letto... sì, nel senso che da tempo immemorabile posseggo un pigiama invernale, azzurro, svizzero, marca Calida, la cui linea e vestibilità segue da presso le tute degli occupanti dell'Enterprise!
L'intervista è finita. E pure la bottiglia di Moscato d'Asti Villa Jolanda…però Mauro, mica ci sei andato leggero!…Spero che torni a trovarmi appena avrai finito quella tua misteriosa cosa sul tatto che so vai architettando…vuoi darcene un'anticipazi…
…scusami, ma non se ne parla neppure
Vabbè, facciamo così…appena vorrai, promettimi di tornare qui a raccontarla a me per primo
Questo te lo prometto, verrò qui da mamma Terra apposta
Grazie, ti saluto com'è d'obbligo sull'Enterprise: lunga vita e prosperità!

 

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Vi preghiamo di non richiedere alla redazione recapiti telefonici, mail o postali dei nostri ospiti che non dispongano di un sito web; non possiamo trasmetterli in ottemperanza alla vigente legge sulla privacy.

 

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commenti presenti

Che strano personaggio!... interessante proprio! Asterix

inviato da Asterix
 

Straordinario questo Pedretti. Grazie per avermelo fatto conoscere. alfonso martinengo

inviato da alfonso martinengo
 

E del Rock cosa pensa Pedretti? Musica ancora viva oppu re no? Grazie. fantasma del rock

inviato da fantasma del rock
 

Vivo in Francia, mi fa piacere sapere che esiste in Italia gente come questo Mauro. Sono andato a vedere i Rete Parole in Ritirta: C'E'! Leggetelo è divertentissimo. Sergio Mattina

inviato da Sergio Mattina
 

Io lo sto cercando questo Mauro Pedretti con il quale ho condiviso una bella esperienza su stampalternativa...grazie alla sua abilità naturalmente!!! potreste mettermi in contatto con lui? grazie bianca

inviato da biancamaria folino
 

Cara Bianca, la ringraziamo di aver viusitato il sito. Com'è detto nel box posto al termine dell'intervista, non possiamo dare indirizzi privati dei nostri ospiti; lo impedisce la legge sulla privacy. Ce ne dispiace. Cordiali saluti. Studio Living Color

inviato da Studio Living Color
 

 

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