L’ospite accanto a me è Fabrizia Ramondino. Scrittrice. Nata a Napoli, ha vissuto anche in Spagna, Francia, Germania.
Si è impegnata nell' azione sociale collaborando al Movimento Insegnanti Medi di Milano nel '68, e nel '69 al Centro di coordinamento campano, esperienze dalle quali sono scaturite pubblicazioni, ma quel che più conta, è sorto un sentimento della vita partecipato, teso, che quest’autrice riverserà in tutta la sua opera.
Il suo impegno sociale e politico lo ha speso anche nel sostegno alla lotta di liberazione per il popolo Saharawi e nelle testimonianze raccolte al Centro Donna Salute Mentale di Trieste.
“Althénopis”, nel 1981, segna l'inizio della sua produzione narrativa, produzione che conta non soltanto romanzi, ma anche racconti, poesie.
Copio e incollo da un web terrestre una carrellata sui suoi titoli: “Taccuino tedesco” , La tartaruga; ” Storie di patio”, Einaudi, 1983; ” Un giorno e mezzo”, Einaudi, 1988; ” Dadapolis. Napoli al caleidoscopio”, con F.Andreas Müller, Einaudi, 1992; ” Morte di un matematico napoletano”, con Mario Martone, Ubulibri, 1992; ” Terremoto con madre e figlia”, Nuovo melangolo, 1994; ” Althénopis”, Einaudi, 1995; ” In viaggio”, Einaudi, 1995; ” L'isola riflessa”, Einaudi, 1998; ” Ci dicevano analfabeti. Il movimento dei disoccupati napoletani degli anni '70”, Argo, 1998; ” L'isola dei bambini”, E/O, 1998; ” Polisario”, Gamberetti, 2000; ” Passaggio a Trieste”, Einaudi, 2000; ” Guerra d'infanzia e di Spagna”, Einaudi, 2001; ” Bagnoli. Lo smantellamento dell'Italsider”, con Rossana Rossanda e fotografie di Vera Maone, Mazzotta, 2001; ” Il libro dei sogni”, L'Ancora del Mediterraneo, 2002; “Per un sentiero chiaro”, Einaudi, 2004.
Ha lavorato anche a sceneggiature cinematografiche quali “Morte di un matematico napoletano” e “I Vesuviani” (episodio intitolato “La salita”), entrambi di Mario Martone.
Il suo più recente lavoro è “Il calore”, un libro di dieci racconti, pubblicato da Nottetempo: www.edizioninottetempo.it. Casa editrice nelle librerie da circa due anni, e sulla quale mi piace dire qualcosa. E’ stata voluta da Ginevra Bompiani , figlia di Valentino, e Roberta Einaudi, nipote di Giulio. Gente esperta insomma, ma che coraggiosamente ha messo da parte le malizie del mercato proponendo una linea editoriale d’alta qualità e perciò rischiosa. I risultati sembrano premiare l’impresa e questi piccoli libri, d’elegante grafica, stanno acquisendo un pubblico dal palato fine.
E di qualità è questo volume della Ramondino, che qui si cimenta nell’arte più difficile nella scrittura: il racconto. Perché un romanzone di 600 pagine (di quelli eccellenti intendo… vogliamo dire “Guerra e pace” per capirci?) con alcune di esse meno forti di altre (è capitato anche a Tolstoi), la passa liscia, ma in un racconto – specie se breve o brevissimo, come quelli che ci sono ne “Il calore” – neppure una sola riga può essere toppata perché in quel caso la Signora Scrittura non perdona, castiga. E Francesca non ne cicca manco una di righe a cominciare dal primo racconto che dà il titolo alla raccolta.
Per rintracciare su FR notizie, giudizi, e dichiarazioni nel web:
http://www.mediamente.rai.it/articoli/20020301b.asp
http://www.caffeeuropa.it/libri/89libri-ramondino.html
http://www.saharawi.it/archivio/1997/stampa/5.htm
- Benvenuta a bordo, Fabrizia …
- Peccato che non sono nata su una nave. Di legno.
- Voglio farti assaggiare questo bianco frizzante Ortrugo Doc Colli Piacentini di Torre Fornello …qua il bicchiere…ecco fatto.
Adesso ascoltami: il Capitano Picard è bravissimo, per lodarne la guida, a Roma direbbero “è un bel manico”, però noi nello spazio stiamo, schizziamo ”a manetta”, prudenza vuole che tu trasmetta sulla Terra, come sempre chiedo iniziando la conversazione con i miei ospiti, il tuo ritratto… interiore…insomma, chi è Fabrizia secondo Fabrizia…
- Non lo so. Forse lo sanno gli altri.
- “Il calore”. Sono racconti scritti di seguito oppure in tempi lontani fra loro?
- La prima stesura risale agli anni ’70-’80.
Poi li ho rielaborati insieme a misteriosi e cari aiutanti.
- Quale Sud è questo che descrivi? Quali dinamiche sociali lo hanno prodotto?
- Il sud è quello di Gramsci e di Boccaccio. Senza dimenticare Basile, Capuana e Cervantes. E anche il terzo capitolo del primo libro del Capitale di Marx, sul proletariato precario e sul decentramento produttivo.
- Un gioco crudele: in 17 parole, tante quante sono le lettere che compongono il tuo nome, dì ai miei avventori ancora una cosa che ti preme dire su questo libro di cui stiamo parlando…
- Il 17 porta disgrazia. Quindi userò il 16 o il 18. Ma come potrò farlo, di grazia?
- Vabbè, passiamo ad altro. Ha scritto Roman Jakobson in Poetica e Poesia: “Il confine che divide l’opera poetica da ciò che non è tale, risulta più labile di quello dei territori amministrativi cinesi”.
Sei d’accordo con quell’enunciazione? Se no, o se sì, perché?
- D’accordo. Tra la Parola e la Chiacchiera, ci sono le fragilissime parole.
- Laurie Anderson canta "Language is a virus" citando William Burroughs che diceva "Il linguaggio è un virus venuto dallo spazio". Segue, quindi, una domanda acconcia in un viaggio spaziale: sei d’accordo con quella definizione? E, se si, qual è oggi la principale insidia di quel virus?
- Se lo spazio è la fantascienza, sono d’accordo perché da lì non vengono fantasia né scienza. Se invece è lo spazio e il tempo dell’utopia, non sono d’accordo. Vedi il Paradiso di Dante, che non è la città di Dio, ma la città degli uomini che vivono nel pensiero di Dio. Vedi anche “il paradiso altissimo e confuso” di Sandro Penna.
- Nel tuo lavoro letterario, nello scrivere in versi o scrivere in prosa, cambiano solo le tecniche o anche le finalità della scrittura?
- Solo le tecniche o meglio i generi letterari.
- Come ho ricordato in apertura hai lavorato per il cinema.
Una delle più frequenti accuse ai giovani registi italiani è quella di essere sempre più autori e meno realizzatori, in altre parole, d’essere autoreferenziali…
- Tutti gli artisti sono autoreferenziali. Vedi “I ricordi d’egotismo” di Stendhal. Tutto dipende dall’esperienza, dalla sua vastità e profondità che riferiscono.
- Che sia una fortuna o non lo sia, sono stati smentiti coloro i quali anni fa prevedevano che si sarebbero prodotti sempre meno film tratti da libri. Spunto per chiederti: dalla cellulosa alla celluloide: la prima cosa da evitare… e la prima cosa da fare…
- Evitare. Se non si evita, fare un film autonomo dal libro. Un’opera a sé, che col libro non c’entra niente. Ma un po’ di tolleranza: anche il grandissimo Hitchkock è inciampato più che sulle pietre miliari, sulle orme del grandissimo Dr. Freud.
- Prima di lasciare i miei ospiti di questa taverna spaziale, li costringo crudelmente a fare una riflessione, non necessariamente elogiativa, su Star Trek…
- Non lo conosco.
- Stoppiamo qui l’intervista, anche perché è finita la bottiglia di Ortrugo di Torre Fornello stappata all’inizio. …se devi scendere, ti conviene prenotare la fermata. E sappi che tra chi vuol tornare qui, quasi tutti trovano il portello aperto
- Sempre felice di tornare su una nave, purché sia di legno.
- Ti saluto come in quella serie tv che non conosci: lunga vita e prosperità!
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