L’ospite accanto a me è Raffaele Carcano. Storico delle religioni e saggista.
Ha conseguito la laurea in Scienze storico-religiose a La Sapienza di Roma.
E’ Segretario nazionale dell’Uaar (Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti) dal 2007.
Nel 2006 ha curato il volume collettivo Le voci della laicità.
Nel 2008 ha scritto, con Adele Orioli, “Uscire dal gregge. Storie di conversioni, battesimi, apostasie e sbattezzi”.
Il suo più recente lavoro, per gli Editori Internazionali Riuniti, è: “Liberi di non credere”.
Su questi due ultimi titoli ci soffermeremo fra poco.
E’ collaboratore del bimestrale “L’Ateo”, diretto da Maria Turchetto.
Numerosi i suoi interventi registrati dalla Rete, mi limito a segnalarne solo un paio audiovisivi: QUI a proposito della presenza del crocefisso in luoghi statali, e QUI mentre è impegnato in una carrellata su libri e personaggi sul tema religioso in anni vicini a noi.
Sul tentativo di strappare ai laici il 19 settembre, data della breccia di Porta Pia, lacerando l’immagine di quella stessa data, segnalo un suo intervento radiofonico.
- Benvenuto a bordo, Raffaele…
- Grazie. Interessante questa vineria. Vedo tanti begli spiriti, ma anche qui non c’è traccia di quello santo…
- No no, qui nemmeno vin santo e quanto a olio solo per condire cibi… piuttosto senti qua: i tre fratelli, Massimiliano, Andrea, Jacopo Arcioni del Centrovini Arcioni, stellare enoteca romana in Via della Giuliana 13, hanno consigliato d’assaggiare durante la nostra conversazione nello Spazio questo Cellarius prodotto da Berlucchi… cin cin!
Adesso presta attenzione: il Capitano Picard è bravissimo, per lodarne la guida, a Roma direbbero “è un bel manico”, però noi nello spazio stiamo, schizziamo ”a manetta”, prudenza vuole che tu trasmetta sulla Terra, come sempre chiedo iniziando la conversazione con i miei ospiti, il tuo ritratto… interiore… insomma, chi è Raffaele secondo Raffaele…
- Una persona con tanti interessi, dalla musica ai viaggi. Interessi che coltiverebbe molto più facilmente se non ce ne fosse uno preponderante: contribuire a rendere la società più laica e razionale. E poiché gli è capitato di nascere in Italia, e non si azzarda ancora a emigrare, il lavoro è tanto più grande quanto è più difficile l’impresa. Forse gli piace un po’ cullarsi in quella che Leopardi chiamava la “renitenza al fato”. Ma è convinto che nulla sia scritto, e che – lo ripete stesso – anche il più piccolo granello di sabbia sia in grado di inceppare il più grande e sofisticato meccanismo. Ecco, magari non l’Enterprise, non presto quantomeno…
- Io spero, lo capirai, che mai s’inceppi… sennò finiamo arrostiti…
Nonostante l’ateismo sia di antichissima data (da Senofane ad Anassagora, da Protagora a Epicuro), perché, a tuo avviso, soltanto con l’agnostico Darwin trova, come afferma Richard Dawkins, “una sua piena soddisfazione intellettuale”?
- Il primo uomo al quale, a quanto consta, è stato affibbiato l’appellativo di “ateo” è stato il greco Diagora, circa due millenni e mezzo fa. Diagora non credeva negli dei per un motivo semplice-semplice: vedeva il male prosperare. Una buona ragione per non credere, tant’è che per oltre venti secoli è stata una ragione sufficiente per tante persone, ma non certo per la maggioranza dell’umanità. Mancava tuttavia ancora una risposta plausibile alla domanda “da dove veniamo?”. Darwin ci ha dato quella risposta, e da allora sono i credenti a essere maggiormente in difficoltà nel giustificare le loro convinzioni
- Qual è il senso morale di una vita senza Dio?
- I valori morali umani hanno antichissime radici biologiche e si sono anch’essi evoluti, ma le dottrine religiose hanno contribuito assai poco a dirigerli verso una maggiore consapevolezza e libertà degli individui. Parafrasando un noto slogan Uaar, la brutta notizia è che la vita non ha senso; quella buona, è che puoi essere tu a cercare di darglielo. E questa circostanza apre fantastiche opportunità a chi non crede in una verità rivelata, perché vi sono milioni di prospettive tra cui scegliere o da creare. E per qualcuno che si intimorirà per questo, e preferirà far propria la morale tradizionale eredità per via familiare, ve ne sono tanti altri, sempre di più, che preferiscono invece essere registi, sceneggiatori e attori protagonisti della propria vita, piuttosto che meri comprimari di una storia scritta da altri.
- Una delle più goffe accuse tentate dal Vaticano di recente, e riprese da autori baciapile, consiste nell’indicare l’ateismo come brodo di coltura addirittura del nazismo.
Che cosa, in sintesi, rispondere a questi signori?
- Le radici del nazismo risiedono piuttosto nel totalitarismo ecclesiale e nell’antisemitismo cristiano, non certo nell’ateismo che – non sempre, per carità – trae invece le sue origini nel pensiero libero e nella libertà di espressione. Hitler stesso era e rimase sempre un cattolico non pentito, mai scomunicato e mai messo all’Indice dalla Chiesa (il “Mein Kampf“ fu peraltro quasi sicuramente scritto con l’aiuto di un sacerdote cattolico, Bernhard Stempfle). Tra i primi provvedimenti che adottò una volta al governo ci fu la soppressione delle associazioni atee: nello stesso tempo, la Santa Sede stipulava con lui un Concordato… Tutti i regimi alleati al nazismo erano fascisti e clericali, e il motto della Wehrmacht era “Gott mit uns”, “Dio è con noi”: e Ratzinger dovrebbe saperlo bene, essendo stato assistente nella Luftwaffe…
- Un italiano su 7 non è credente eppure c’è una loro invisibilità.
Quali le spiegazioni? Effetto del conformismo? Responsabilità dei media?
- In Italia chi tratta temi scottanti è poco visibile, e noi probabilmente rappresentiamo visibilmente uno dei temi più scottanti in assoluto, la messa in discussione più radicale di un’ideologia che impera nel paese da quasi due millenni. Aggiungiamoci un certo naturale conformismo di larga parte della popolazione, e il condizionamento ambientale esercitato dal potere cattolico, e il gioco (per loro) è fatto… proprio per questo l’Uaar porta avanti con sempre maggior convinzioni iniziative volte a favorire il coming out.
- Il tuo libro Uscire dal gregge, scritto con Adele Orioli, edito da Sossella, è del 2008.
Qual è la via per uscire dal gregge scansando il cane pastore?
- Anche in questo caso le vie sono infinite! Ognuno troverà quella a lui più appropriata, e in tanti la trovano. In realtà di pastori ce ne sono sempre meno, e sempre meno professionali… tanto che in quel libro trattammo soprattutto di chi, una volta uscito dal gregge, vuole che il pastore ne prenda atto, e glielo comunica. Penso che far presente alle gerarchie ecclesiastiche che non ci si considera più “sottomessi” e “obbedienti” a loro, come vorrebbe il Catechismo, rappresenti uno degli atti di libertà più forti e nel contempo più appaganti che si possano praticare oggi.
- Altro tuo libro, pubblicato dagli Editori Internazionali Riuniti, è Liberi di non credere.
- Proprio dalla constatazione che la crescita dei non credenti si accompagna a una loro sempre minor visibilità: ad aumentare sono soltanto le discriminazioni che subiscono. Posso capire che la Chiesa, versando in enormi difficoltà, cerchi di demonizzare quello che ritiene il suo più pericoloso avversario, ma capisco molto meno perché a questo sforzo si prestino i mezzi di informazione e soprattutto i politici, senza differenze sostanziali tra destra e sinistra. L’idea di tracciare un quadro della società italiana e di portare alla luce i meccanismi che rendono la sua classe dirigente sempre più clericale è stato conseguente.
- Come ricordavo in apertura, sei Segretario nazionale dell’Uaar.
Quali i più significativi traguardi raggiunti in questi ultimi anni dall’Associazione?
- In questi ultimi anni sono successe tante cose: l’associazione è cresciuta di dimensione, e ancora di più in attività svolte. Ci siamo dati una struttura: ora abbiamo una sede e due dipendenti. Abbiamo realizzato un meeting nazionale a Roma e un convegno internazionale a Genova. Abbiamo cominciato ad avere una dimensione sociale, dall’assistenza morale non confessionale negli ospedali alle prime cerimonie laiche, e anche il 5x1000 ci sta dando soddisfazione. Dal punto di vista giuridico il risultato più importante è stato quello sull’ora alternativa, ma abbiamo anche “rischiato” di portare a casa un’epocale sentenza europea sul crocifisso. Dal punto di vista culturale abbiamo affiancato a “L’Ateo” una biblioteca e una casa editrice, Nessun Dogma. Sono molto soddisfatto, ma c’è ancora tantissimo da fare.
- … già, uno dei tuoi più recenti impegni è dato dalla neonata editrice “Nessun Dogma”
Da quali urgenze culturali nascono le sue pubblicazioni?
- “Nessun Dogma” è il marchio editoriale dell’Uaar, e nasce quindi dalle stesse esigenze culturali da cui sono scaturiti “L’Ateo” e la nostra Biblioteca. In Italia c’è purtroppo una drammatica assenza di informazione attendibile sul mondo laico-razionalista: i mezzi radiotelevisivi lo ignorano, i giornali lo trattano – quando lo trattano – con sufficienza, l’editoria non va oltre titoli di cassetta. Non deve pertanto stupire che per la stragrande maggioranza della popolazione l’immagine più diffusa del non credente sia ancora quella del mangiapreti che di fronte alla Chiesa reagisce come il vampiro davanti all’aglio. Cambiare questa immagine è il primo obbiettivo dell’associazione, perché senza questo mutamento sarà impossibile conseguire i nostri scopi sociali: la difesa dei diritti degli atei e degli agnostici e l’affermazione del principio di laicità dello Stato. Un’adeguata conoscenza del valore del pensiero non religioso è pertanto una strada obbligata del nostro impegno, e una casa editrice un veicolo fondamentale per concretizzarlo.
- Prima di lasciare i miei ospiti di questa taverna spaziale, li costringo crudelmente a fare una riflessione su Star Trek, non necessariamente elogiativa… come sai, Roddenberry ideò il suo progetto avvalendosi non solo di scienziati ma anche di scrittori, e non soltanto di fantascienza, tanto che ST risulta ricca di rimandi letterari sotterranei, e talvolta non troppo sotterranei…che cosa rappresenta quel videomito nel tuo immaginario? Ammesso che qualcosa rappresenti, s’intende…
- Per me rappresenta ben poco: non dedico molto tempo alla televisione né alla fantascienza. Però Gene Roddenberry compare nell’elenco dei “famosi non credenti”, pubblicato sul nostro sito… Come dire: puoi trovare gli increduli anche dove non te lo aspetti.
- Siamo quasi arrivati a Carcano-R, pianeta abitato da alieni che da tempo sono usciti dal gregge e tutti sono liberi di non credere… se devi scendere, ti conviene prenotare la fermata. Stoppiamo qui l’intervista, anche perché è finita la bottiglia di Cellarius prodotto da Berlucchi consigliata dai Fratelli Arcioni dell’omonima enoteca romana… Però torna a trovarmi, io qua sto… intesi eh?
- Senz’altro. Confidando di poter chiacchierare di un’Italia finalmente cambiata….
- … ti saluto com’è d’obbligo sull’Enterprise: lunga vita e prosperità!
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