L'ospite accanto a me è Alda Teodorani.
Scrittrice e traduttrice. Ha pubblicato fumetti, articoli e racconti
su settimanali, mensili, e nelle antologie "Nero Italiano",
Mondadori, "Neonoir: sedici storie e un sogno", Minotauro, "Giorni
Violenti", Datanews, "Gioventù cannibale", Einaudi;
altri titoli: "Horror Erotico", "Deliziosi racconti
col morto", "Bambini Assassini".
In volumi: “Giù, nel delirio”, 1991, e "Le
radici del male", 1993, editi da Granata Press; la raccolta di
racconti "Il segno di Caino", e "Labbra di sangue" per
Datanews, 1997; sempre nel ’97, insieme a Patrizia D’Agostino
e Antonio Tentori ha pubblicato il saggio “Pornodive” per
Castelvecchi; "Sesso col coltello" nel 2001 e “Organi” nel
2002, per Stampa Alternativa. Nello stesso anno le riedizioni di “Le
radici del male” per Addictions e di “Labbra di sangue” per
Larcher Editore.
Un suo libro, intitolato "Belve", che ha già avuto
successo in Francia, sarà pubblicato nell’aprile dell’anno
terrestre 2003 dalla casa editrice Addictions.
Ha detto Dario Argento di lei: “Le storie di Alda Teodorani somigliano
ad alcuni dei miei incubi più profondi” e se lo dice Argento
c'è da fidarsi.
Se vi fidate anche di me, dico a chi non lo avesse ancora fatto di
acquistare un suo titolo, poco importa quale, perché dopo la
lettura ne acquisterà gli altri. Ritengo Alda un esemplare di
scrittura noir laddove il nero è dato, prima ancora dei percorsi
delle storie, da una riflessione filosofica sul vivere.
Disgrazie della virtù, fuochi fatui dell'atrocità, viaggi
al termine della notte del cuore, sono i materiali dei suoi comtes
philosophiques; gli esiti di scrittura di quest'autrice sono poi stilisticamente
in linea con le tenebre che la muovono.
Alcuni links per chi volesse rintracciarne le sue colpevoli orme sul
web:
http://aldateodorani.supereva.it;
per recensioni, interventi e racconti online cliccate su www.fantahorror.com, http://www.macabroshow.com oppure
su http://web.tiscali.it/nekroromantik; www.fantascienza.net; http://www.insidehorror.com; http://horror.it/IT e,
costruito da lei, http://www.kurdi.supereva.it
- Benvenuta a bordo, Alda…
- Ho già le vertigini! soffro il mal di mare…e anche d'aria.
Nemmeno tento una battuta d’ingresso, perché le mie battute,
sono tra le peggiori della Galassia. Solo mia madre sa superarmi!
- Voglio farti assaggiare questo rosso "Diacono Gerardo 1028" Gutturnio
Riserva Colli Piacentini di Torre Fornello…qua il bicchiere…ecco
fatto.
Adesso ascoltami: il Capitano Picard è bravissimo, per lodarne
la guida, a Roma direbbero “è un bel manico”, però noi
nello spazio stiamo, schizziamo ”a manetta”, prudenza vuole
che tu trasmetta sulla Terra, come sempre chiedo iniziando la conversazione
con i miei ospiti, il tuo ritratto… interiore…insomma,
chi è Alda secondo Alda…
- Alda è solo una persona con una gran voglia di leggere, e
con un’altrettanto grande voglia di scrivere. Una persona consapevole
dell’inutilità della sua scrittura di fronte al marasma
di libri presenti nelle librerie e imposti al pubblico dalle grosse
(pardon, grasse) case editrici. Ma che ama andare controcorrente, far
sentire la propria voce, urlare anzi, e sa di avere tanta gente che
la apprezza per questo. Quella gente sono i miei lettori, scrivo per
loro, prima ancora che per me. Se volessi scrivere per me, basterebbe
un diario
- A una che scrive libri crudeli, va inflitto un esercizio crudele:
in 13 parole, non una in più né in meno, 13…tante
quante sono le lettere che compongono il tuo nome…definisci il
tuo lavoro letterario
- Parole d’amore. Ecco cosa sono i miei libri. Nulla di più,
davvero
- Diceva Magritte: “L’importante è il mistero,
non la sua soluzione”. Vale anche per le tue pagine?
- Sì, soprattutto per le mie pagine. Chi mi legge lo sa: non
mi interessano le soluzioni, non mi interessa scoprire come quando
e perché. E’ il mistero della mente umana, dell’amore
e della morte che mi affascina. E’ in questo senso che il mio
lavoro è diverso da quello di molti altri scrittori italiani
di genere…
- Traccia per i miei avventori la differenza che trovi fra il “giallo” e
il “noir”…
- Consiglierei di andare a leggere gli ultimi numeri di “Pulp” dove
(finalmente! Un po’ di polemica vivifica!) una feroce discussione
sul giallo e il noir ha infuocato quelle pagine che, se non fosse per
Brolli, sarebbero spesso un po’ spente.
Di fatto, e questo tutti lo sanno, il noir non esige soluzioni, non
richiede la cattura dell’assassino, anzi spesso lo segue pari
passo con tutte le sue malefatte mentre il giallo si basa proprio sull’indagine.
A dispetto di chi predilige il noir francese come il mio ex editore
Bernardi ma anche a dispetto delle varie collanine di finto noir sorte
in Italia, ci sono molti bravi scrittori di noir da noi, sommersi e
sconosciuti ai più, e che le grasse di cui sopra spesso non
hanno il coraggio di pubblicare. Consiglio per chi volesse orientarsi
di sfogliare il catalogo della milanese Addictions http://www.addictions.it di
Francesco Altieri e Leonardo Pelo e di seguire le attività del
vivo e vivificante gruppo neonoir http://www//zap.to/neonoir
- Un tuo racconto è inserito in “Gioventù cannibale”.
Ti rivolgo la stessa domanda che tempo fa rivolsi a Severino
Cesari . C'è stato un grande affanno tra molti critici a
cercare chi fossero i "padri" degli scrittori cosiddetti cannibali.
Io penso che abbiano avuto il merito di non avere padri letterari e
che non avranno figli di carta. E' una delle mie solite cappellate,
oppure no?
- La penso come te riguardo ai padri dei cannibali. Anche perché l’antologia
in questione era veramente una marmellata (se proprio vuoi, una buona
marmellata visto che pare che ad alcuni sia piaciuta tanto) di frutta
mista. Riguardo ai figli, spero non ce ne siano (fare figli in un mondo
così è sempre una grossa responsabilità…).
Ha avuto comunque molti meriti, primo fra tutti per quel che mi riguarda
farmi conoscere a molti lettori e farmi stringere amicizia con alcuni
dei suoi componenti.
- E’ nella letteratura oppure in altre aree che credi ci siano
i lavori più interessanti nella ricerca di nuove modalità espressive?
- Sicuramente nella letteratura delle piccole case editrici, qualcosa
(ma poco!) pure su internet, che invece ritengo essere un grande serbatoio
di nuova e valida espressione figurativa, in special modo per la fotografia
e la pittura. La musica usa ancoraggi a forme consuete per slanciarsi
verso la novità narrativa (sì, narrativa, datemelo per
buono) e verso nuove sonorità, come nel caso di molti gruppi
punk post-rock; consiglio a riguardo la visione del bel sito http://it.geocities.com/mammamiaquantosangue.
Inoltre il fumetto indipendente pare percorrere nuove strade ma non
ha ancora il coraggio e la grinta (sto parlando di quello italiano)
per rivoluzionarsi davvero, tranne in alcuni giovani autori quali Claudio
Calia, Alberto Corradi, Massimo Semerano, e pochi altri.
- A proposito di fumetto, come ho ricordato presentandoti, sei anche
sceneggiatrice di fumetti.
A 35 anni dallo Zap di Crumb, esiste a tuo parere del fumetto
ancora una forma underground? Se no, perché? E, se sì,
quali tratti oggi lo contrassegnano?
- Sicuramente il fumetto underground esiste ed è sanissimo,
basti pensare all’esempio lampante costituito da Brian the Brain
o dai prodotti della Topolin edizioni tanto per parlare dell’Italia,
ma anche di Velvet edizioni o dei prodotti realizzati dal Centro Fumetto
Andrea Pazienza.
Di fatto il fumetto underground italiano non ama tirar fuori le unghie
(l’ho visto quando ho proposto, per esempio, un prodotto un po’ “spinto” allo “Sciacallo
elettronico”) e temo che identifichi la narrazione serrata e
violenta con un certo squadrismo…invece credo gli farebbe bene
assestare una bella zampata ogni tanto, giusto per tenersi in allenamento
e saper rispondere se un domani qualcuno volesse togliergli la libertà.
Siamo tutti pacifisti ma per evitare che ci vengano messi i bavagli
bisogna saper combattere e la violenza narrata è un ottimo grimaldello
per scoperchiare le nefandezze reali della nostra società.
- Campi anche facendo la traduttrice. Ad una domanda sul tema non illuderti
di sfuggire.
Poiché detesto le espressioni "quale rapporto fra" e "la
funzione di", le eviterò ricorrendo ad una sofisticata
perifrasi: fra il traduttore e il testo su cui lavora quale rapporto
fra loro è augurabile e come vedi la funzione principale del
traduttore?
- Tradurre è come recitare, non è un atto di creazione, a meno che
gli scritti da tradurre non siano anche da correggere, cosa che a me
solitamente non capita. E’ comunque un buon esercizio di scrittura
e il rapporto si instaura qui, nella capacità del traduttore di accarezzare
il testo e di farlo vivere in un buon italiano. Traduco solitamente
testi new age per la casa editrice Hermes/Arkeios/Mediterranee e qui
non ho una funzione particolare come può esserci nella narrativa. Anche
se ogni tanto mi piacerebbe tradurre un romanzo! Ho tradotto una novella
di Flaubert e lì, per la prima volta, ho avvertito quella sensazione
di “funzione”: capire l’altro autore e ragionare con la sua testa,
usando le sue sonorità. Il francese, per questo, è una lingua davvero
speciale!
- Il web trasformerà o ha già trasformato la lingua?
- Non lo so e non me lo chiedo nemmeno. Ci sono tante cose che cambiano
il linguaggio, non spetta a me giudicare se in peggio o in meglio.
Magari il web, che non ha controllo, permette strafalcioni e stupidaggini
che su carta forse non uscirebbero. E’ anche vero che c’è poco
da lamentarsi. In fin dei conti sono tracce virtuali…e come tali…
- A tutti gli ospiti di questa taverna spaziale, prima di lasciarci,
infliggo una riflessione su Star Trek… che cosa rappresenta quel
videomito nel nostro immaginario?
- Credo che ST sia tale proprio per tutte le sue sfaccettature e perché rappresenta
qualcosa di diverso e grande per ognuno di noi. E’ la massima
e migliore espressione della libertà vera: la libertà di
pensiero J
- Siamo quasi arrivati a Teodoranya, pianeta nero della Galassia governato
tirannicamente da una sontuosa dark lady amatissima dagli alieni indigeni…se
devi scendere, ti conviene prenotare la fermata. Stoppiamo qui l’intervista,
anche perché è finita la bottiglia di "Diacono Gerardo
1028" Gutturnio Riserva di Torre Fornello…
- Conosco bene i segreti di quella dark lady, e a costo di tradirli
ti confesserò che non è lei a governare il pianeta. Sono
quegli alieni indigeni dei suoi lettori!!!!
- Buono a sapersi. Ti saluto com’è d’obbligo sull’Enterprise: lunga
vita e prosperità!
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