Alfonso Lentini, artista verbovisivo.
Sono nato a Favara (1951), in provincia di Agrigento, nel Sud più estremo.
Vivo nell'estremo Nord, in Veneto, alle falde delle Dolomiti bellunesi.
Mi occupo di scrittura e arti visive, con sconfinamenti nella verbo-visualità.
Fra i miei libri: “L’arrivo dello spirito” (racconti, con Carola Susani, Perap, Palermo 1991), il romanzo-saggio “La chiave dell’incanto” (con postfazione di Alessandro Fo, Pungitopo, Messina 1997), il testo poetico “Mio minimo oceano di croci” (Anterem, Verona 2000) e “Piccolo inventario degli specchi” (prefazione di Antonio Castronuovo, Stampa Alternativa, Viterbo 2003).
Ho realizzato anche libri d’artista in edizione manufatta.
Scrivo su varie riviste, fra cui “L’indice”, “Stilos” e “L’immaginazione”.
Nelle mie mostre e installazioni propongo opere basate sulla valorizzazione della parola nella sua dimensione materiale e gestuale. Espongo, nei più diversi contesti, in Italia e all'estero, dal 1970.
In Italia, ho esposto a La Spezia, Treviso, Genova, Spello, Belluno, Bari, Torino, Roma e Milano.
All’estero, in Inghilterra, Portogallo, Olanda, Ungheria e Finlandia.
Una poesia "oggettualizzata" è stata esposta alla 49a Biennale di Venezia nell'ambito di un progetto curato dall'artista Marco Nereo Rotelli.
Alcuni giudizi critici sul mio lavoro.
Guardando le “poesie oggettuali” di Alfonso Lentini, mi tornano alla mente questi versi: “I libri parlano / anche quando sono al buio /beato chi sa sentirne / il tranquillo sussurro”...
(Stefano Benni)
Ci racconta, il teatro segreto di Alfonso, di una materia che è forma del silenzio e figlia della domanda, stato di trasparenza e peso, condotta per monadi conchiuse. Nell'acqua i versi cantano di sogni infine ritrovati, di segni redenti dall'ovvietà.
(Francesca Brandes)
Ho trovato davvero deliziosi i “collages” di Alfonso Lentini e penso che valga la pena di concretizzare il suo progetto di una mostra “angelica”.
(Gillo Dorfles)
La ricerca di Lentini, nei molteplici campi in cui si articola, sembra muovere da, e tendere verso, un’attonita, stralunata meraviglia.
(Alessandro Fo)
Le “Insulae” di Alfonso Lentini si collocano su enigmatiche pagine a rilievo, stratificazioni di onirici materiali che sembrano alludere a qualcosa che non esiste più, a tracce di senso, o forse a qualcosa che è nascosto nelle pieghe della comunicazione…
(Lamberto Pignotti)
In Lentini il corpo della scrittura è scrittura del corpo: una «macchina del tempo» che «ci viaggia ci prosciuga in rovesci di prati», che cresce su se stessa per contagio di suoni di segni di sensi…
(Antonio Pane)
È umanissimo cercare di dare forma all'informe, attaccare le redini alla follia, fare i conti insomma con tutto quello che di irragionevole, irriducibile, inconoscibile abita in ciascuno di noi e forse nell'universo intero…
Dare fiato al disordine, inseguirlo, braccarlo. Attraversarlo. Accettarlo come sfida, rischio o più semplicemente come gioco. Provarci con i tentacoli dell'arte: ‘inquadrare’ il disordine, dargli forma quadrata. Come cerco di fare anche nelle mie "pagine" o “insulae”, che sono fragili foglietti di carta quadrata, tutti uguali nel loro aspetto esteriore, nella loro “forma”, ma dentro i quali ho costruito - in anni e notti di svagamento - una mia sintassi caotica e infinitamente variabile. Tentare di circoscriverlo, questo disordine, contornarlo, per poterlo in qualche modo guardare in faccia, ri-conoscerlo…
Le “pagine” da cui sono tratte le immagini che propongo a "Nadir" si pongono insomma come Insulae di una città interiore, caseggiati mentali che occupano uno spazio scontornato, privo di argini, e si presentano come luogo di sdoganamento dell’Uno, zone franche attraverso cui esso prende forma plurale e si scongela nel molteplice: luoghi di tangenza, margini molli che consentono alla lingua dell’Altro di penetrare nel territorio al di qua del limite.
Sia pure in forma incerta e frastagliata, sono trasportatori di parole. Anzi sono il calco sbiadito, all’interno del limite, di ciò che si dice oltre il limite, extra moenia.
Libro 1, poesia oggettuale
libro solidificato, sassi, lettere trasferibili e pigmenti
cm. 32x24x5,
1993 |
Libro 3, poesia oggettuale
libro solidificato e pigmenti su legno
cm. 38x34x5
1993 |
Insula [particolare]
tecnica mista e collage su carta comune
cm. 12 X 12
1997
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Insula [particolare]
tecnica mista e collage su carta da pacchi
cm. 12 X 12
1998 |
Insula [particolare]
tecnica mista e collage su carta da pacchi
cm. 12 X 12
1999
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Insula [particolare]
tecnica mista e collage su carta comune
cm. 12 X 12
1999 |
Insula [particolare]
tecnica mista e collage su carta da pacchi
cm. 12 X 12
2000
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Insula [particolare]
tecnica mista e collage su carta da pacchi
cm. 12 X 12
2001 |
Insula [particolare]
tecnica mista e collage su carta comune
cm. 12 X 12
2003 |
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