Nevio Gàmbula, attore e autore
Ho collaborato con diverse riviste (‘La Contraddizione’, ‘Hortus Musicus’, ‘Ateatro’, …), su cui sono apparsi scritti su teatro, poesia, linguaggio, politica. Diversi miei poemi sono apparsi in raccolte collettive. Ho pubblicato, con prefazione di Francesco Muzzioli, la raccolta di testi drammaturgici “La discordia teatrale” (Pendragon Editore, 2003), e l’E-book “Per labbra recitanti nella febbre”, contenente testi per teatro, poemi e scritti teorici. Ho collaborato con diverse compagnie teatrali professionistiche (tra cui Stalker Teatro e Marcido Marcidoris & Famosa Mimosa, entrambe di Torino) e ho partecipato, in veste di attore, allo spettacolo “Materiali per Medea” di Heiner M üller (Berlino 1989); ho quindi realizzato diversi spettacoli in veste di autore e attore, l’ultimo dei quali , “La città di Brecht” (Verona, 2005), insieme alla cantante Raffaella Benetti. Propongo anche il seminario per attori Officina delle vibrazioni, studi per una recitazione espressionisticamente feroce .
Per ogni informazione su biografia, spettacoli proposti e interventi di vario genere, rimando al mio sito: www.neviogambula.it
Il mio percorso di ricerca è centrato sulla negazione dell’attore come “interprete”. L’obiettivo è fare diventare l’attore un “essere integrale di poesia”, strutturando la recitazione (vocalità, gestualità, occupazione dello spazio) secondo parametri non mimetici, ma “musicali”, quindi legando tra loro i segni in modo da eccedere la lingua naturale. La recitazione, allora, non è imitazione della parlata quotidiana, ma invenzione di una lingua particolare che basa la sua urgenza nella alterità rispetto a ciò che è dato. L’ alterità è, per me, la vera posta in gioco per l’attore contemporaneo. Si tratta dell’alterità che si nasconde mostrandosi, un’alterità fatta di apparenze, di maschere, di rinvii da significante a significante; ma anche di un’alterità che si svela mentre si nasconde, che nella finzione mostra un significato, che corre il rischio di provare a dire un senso altro rispetto ai sensi costituiti, e perciò un’alterità “infunzionale” e “incompatibile” e allo stesso tempo irriducibilmente tesa a scovare ciò che è “utile”, secondo un atteggiamento pratico che nell’eccedenza trova pane per i suoi denti, trova “una nuova speranza”.
“Io sono Ofelia” che qui ascolterete è un trailer del poema sonoro RadioHamlet .
Una scena immaginaria che include voci (sostanzialmente, quand’anche elettronicamente deformate, mie e dei miei figli) e frammenti sonori di varia natura, ognuno disfatto completamente rispetto a ciò che era in origine. Il montaggio segue una strategia polifonica senza centro, tra incontri fortuiti e direzioni logiche, equilibrati secondo una certa idea di drammaturgia dello spazio d’ascolto e della percezione. Un bricolage acustico, come omaggio alla scrittura frastagliata di Heiner Müller.
Per ascoltare interamente RadioHamlet clicca: www.neviogambula.it/radiohamlet.mp3
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