Questo mese Nadir ha invitato l’artista Attilio Geva.
Sono del ‘48, figlio del dopo guerra. Sono pittore dall'età di cinque anni in un crescendo di impegno e intensità. Uso, oltre alle tradizionali, anche tecniche digitali. La scultura in ceramica mi ha stregato da poco. Prima ufficiale marconista nella marina mercantile e poi di botto una carriera nuova di zecca sino a manager e imprenditore nell'informatica. Non lavoro più a tirar la paga per il lesso da quando ho raggiunto i cinquantatré anni. Mi occupo da sempre di diminuire il livello della mia ignoranza, un compito immane, purtroppo a termine. A un certo punto del suo svolgimento divenni completamente ateo, che antireligioso lo ero sin da piccolo. Come artista penso valga la pena di ficcar dentro le mie opere quel che so in modo che riesca magari a saperlo anche qualcun altro che tuttora non lo sappia.
L'arte si fa per cambiare il mondo e farlo corrispondere a sé stessi mentre si sta cambiando. Quindi sono io l'opera principale e le altre mie opere sono residui. Hanno tutte un significato chiaro anche se non del tutto esplicito, giusto per lasciare un po' di suspence al fruitore. L'intento potrei depositarlo dal notaio prima di eseguire l'opera. Il fruitore dal canto suo per favore non s'immischi nella parte creativa, si limiti a spaccarsi il culo per capire. Se poi capisce più di quello che ci ho messo io buon per tutti, ma non di meno... Del mercato non mi importa nulla, non è nel mercato che l'arte acquista valore. Se qualcuno si accatta un'opera, benissimo altrimenti... pazienza. Della diffusione pubblica mi importa un po' di più, ma se il mio pensiero e le mie opere andranno perdute come lacrime nella pioggia... pazienza.
Attilio Geva, pratica una consapevole e caparbia “arte senza dio” [...] È davvero un’impresa difficile rendere un’opera figurativa con le parole e non sono certo un critico d’arte (per fortuna, visto come li tratta Geva!, in ogni caso so disegnare un gatto) [...] Ecco così una serie di sberleffi ai poteri miracolosi (classicissime madonne associate a supereroi, cristi risorti in competizione con Wolverine degli Xmen), al marketing religioso (ad esempio santi ed angeli in paradiso tratti dal Polittico Baroncelli inseriti in una M del MacDonald’s) [...] Infine ci sono opere che esprimono, per citare sue parole, ‘quello che proviamo di fronte alla complessità e alla maestosità di questo mondo materiale’: l’orgoglio e la tenerezza di essere parte della natura, animali tra gli animali, come in “Madonna con bambino”; l’incredibile catena degli eventi e delle traiettorie che ha tratto il mondo com’è qui ed ora dal mare infinito delle contingenze possibili, come “Passeggiata nello Spazio dei Progetti”.
Mi fermo qui, perché davvero mi pesa l’inadeguatezza delle parole rispetto alle immagini, consigliando vivamente i lettori di guardare le opere nel suo sito web.
(Brano estratto da una presentazione di Maria Turchetto)
Madonna con Bambino
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Passeggiata nello spazio dei progetti
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Parlare al muro
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Perinde ac cadaver
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Per una panoramica sui lavori, cliccare QUI
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