Questo mese Nadir è dedicato all’artista Guglielmo Achille Cavellini, detto GAC (1914 – 1990), nel centenario della sua nascita.
Biografia
È di estrema importanza che io racconti la mia vita, come è nata la mia avventura artistica e come si è sviluppata. Anche perché i miei biografi sarebbero poi costretti a ricostruire la mia storia con ricerche laboriose, lunghe, certamente imperfette e incomplete […] Nel 1971 ho inventato l’autostoricizzazione. Ho spedito in tutto il mondo una decina di ‘mostre a domicilio’ (sono dei cataloghi che sostituiscono le tradizionali mostre nelle gallerie d’arte; e realizzate con il mezzo postale). Affinché risultassero più stimolanti le ho arricchite con numeroso materiale tipografico (adesivi, francobolli con il mio centenario, pagine dell’enciclopedia, cartoline, manifesti, operazioni ‘andata-ritorno’, eccetera […] L’autostoricizzazione ha presto destato l’interesse dei più vivaci giovani artisti di tutto il mondo, riconoscendolo come un nuovo fenomeno storico, irripetibile.
(Brani tratti da “Vita di un genio” di Guglielmo Achille Cavellini)
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“I primi Settanta, il periodo in cui Cavellini ha maturato il rivoluzionario concetto dell’autostoricizzazione, fulcro attorno a cui ruota tutto il suo operato artistico, hanno coinciso con l’espansione su scala planetaria del circuito della Mail Art. Percependo l’importanza epocale di un’espressione “di rete” fondata sulla condivisione, che azzera le gerarchie e scardina le regole del mercato, GAC si è prodigato nell’impiego intensivo del sistema postale per la diffusione provocatoriamente gratuita della propria opera (francobolli, timbri e adesivi d’artista, libri e “mostre a domicilio”) ma anche per attivare collaborazioni internazionali: le celebri “operazioni andata-ritorno”, flash mob ante litteram a base di adesivi tricolori ed altri progetti virali da vero pioniere del networking. La comunità mailartistica, da parte sua, ha “santificato” con ironia l’artista bresciano, elevandone la figura a guru dell’arte per corrispondenza e ideale spartiacque tra una tradizionale concezione del Genio isolato sul proprio piedistallo e una nuova visione aperta, orizzontale e collettivistica del fare artistico”.
Vittore Baroni
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“Ora che siamo giunti al 2014, c’è un insistente fiorire di domande su quali celebrazioni del lavoro e della personalità di GAC ci porterà nel centenario della sua nascita.
Nascono da curiosità condita da stupore per una meta raggiunta da parte di chi l’ha sempre sentita come una certezza oppure dall’ansia di prestazione da parte di chi se ne era fatto a suo tempo paladino e futuribile esecutore.
Pensiamo che tutto ciò, se si limitasse alla celebrazione canonica di un centenario qualsiasi, rischierebbe di limitare la portata dell’opera di GAC oppure di eseguirne la parte più superficiale.
E’ il suo pragmatismo che l’ha escogitata, la sua ironia che ha innescato l’attesa.
Utopia e pragmatismo sono le due visioni comportamentali che hanno sempre condotto la sua opera… E’ da questa miscela, così esplosiva da frammentare il rapporto tra passato, presente e futuro che nascono le sue formule: come i colloqui con gli autori del passato e le relazioni postali del presente che annunciano quanto avverrà in futuro, come ci indica questo fatidico centenario che abbiamo raggiunto”.
Piero Cavellini
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Caro Guglielmo Achille Cavellini,
noi tutti abbiamo all’inizio dedicato la nostra fede (il nostro entusiasmo giovanile) a degli schemi che si sono rivelati ingenui. Abbiamo creduto innocentemente che la capacità producesse il merito e che dal merito venisse la gloria. Abbiamo scoperto via via nel tempo che ciò non accade. Abbiamo imparato che, nei rapporti sociali, è la gloria che crea il merito e la capacità. Ed ecco che ora scopriamo che questo concetto di capacità è scomparso divenendo un’idea ingannevole che i divulgatori introducono a loro piacimento. Ridiamo ora attraverso di lei dei nostri sbagli precedenti. Ridiamo del merito e della gloria. Ridiamo del pubblico e della società, ridiamo delle loro beffarde mitologie. Questo è il messaggio che sgorga dalla sua sferzante e singolare attività.
La saluto e la elogio. Vivissimi auguri
Jean Dubuffet
(Da una lettera a Guglielmo Achille Cavellini, 15-10-1978)
In “Guglielmo Achille Cavellini”, Edizioni Nuovi Strumenti, 1993
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“Con GAC ho avuto il piacere di condividere per alcuni anni il mio percorso sia artistico che umano. Il momento forse più intenso di questa condivisione è stato senz'altro il viaggio in Belgio organizzato in suo onore nel 1984. Ricordo l'arrivo a Bruxelles di GAC con centinaia di maschere riproducenti il suo volto che l'osservavano alla sua uscita dall'aereo. Le maschere - che avevo realizzato con un semplice sacchetto del pane dopo un... profetico sogno dove l'intera terra era abitata da esseri con il viso di GAC! - le avevo spedite a Guy Bleus, organizzatore dell'evento, chiedendogli di andare a ricevere il nostro amico con tanti GAC... clonati! Guy aderì al mio invito e GAC si trovò sotto la scaletta dell'aereo (incredibile come Guy ed i suoi amici fecero ad arrivare fin lì... altri tempi!) tanti piccoli sé stesso che lo festeggiavano!”.
Ruggero Maggi
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"Guglielmo Achille Cavellini: Archeologo del suo futuro"
Pierre Restany
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GAC ritratto da Andy Warhol
acrilici e serigrafia su tela, cm 101x102, 1977
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Per vedere lavori di GAC: http://www.cavellini.org
Per consultare le manifestazioni per il centenario: http://gac2014.it/eventi-centenario-cavellini
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