Sono nato a Bologna nel 1961. Vivo e lavoro tuttora a Bologna. Mi sono trovato coinvolto in una cosa definita (poi) ‘new wave italiana’ intorno ai 16 anni, dove (dal ‘79 all’81) ho sfogato la mia creatività come tastierista di un gruppo chiamato “Confusional Quartet”. Sono poi seguiti anni di viaggi (Nord Africa, USA, Filippine, Sud Est Asiatico, svariate volte in Giappone) e di tentativi di diventare un professionista della musica. Non sono mai riuscito a togliermi di dosso ‘la confusione’, ossia l’eclettismo forzato dei generi e dei ruoli musicali. In fondo il rifiuto della specializzazione e, forse, dell’approfondimento. Ho quindi spaziato come autore, arrangiatore, produttore, ideatore di eventi, autore e conduttore radiofonico, per la musica leggera, la musica contemporanea, colonne sonore, balletti, la musica sperimentale elettronica, ricerca sonora, rock’n’roll, dance, polka…sino ai giorni nostri dove mi sono accorto che, grazie all’esperienza accumulata, riesco a produrre (cioè a confezionare) prodotti discografici per altri artisti.
Ultimamente mi sono occupato di produzioni dance con alcuni DJ italiani (Santos, Roberto Masi, Flavio Vecchi). Mi interessa unire il mondo rappresentato dai DJ (il club, il modo di concepire e creare prodotti musicali) a progetti di musica ‘pop’. Ho curato remix per i Subsonica, i Simple Minds, ho partecipato alla produzione dell’album ‘R U Shakadelic?’ di Santos, ho prodotto Fiamma Fumana (1.0), i Motel Connection (Give me a reason to wake up), Megahertz (Estetica), sto producendo The Magicake, un gruppo esordiente di Padova. Collaboro come arrangiatore con l’Antoniano di Bologna, per le canzoni dello Zecchino d’oro. Quando ho tempo proseguo nella composizione di musica sperimentale elettronica.
Faccio parte del progetto ‘Sonda’ del Centro Musica di Modena.
Con e per il “Confusional Quartet” si creò spontaneamente una situazione molto creativa. Ricordo che camminavo per strada e mi venne in mente di riproporre il sapore, l’estetica degli anni ‘60, e nacque una cover di Volare (cioè ‘Nel blu dipinto di blu’ di Domenico Modugno, che poi era anni ‘50). Era il 1978. Quando si parla di esperienze giovanili si parla di cose ‘sempre belle’, ma indubbiamente l’esperienza “Confusional Quartet” ha coinciso con un breve momento durante il quale alcune cose successero:
1) crisi del mercato mondiale musicale, conseguente apertura alla qualità. Prodotti come Talking Heads, Devo, Police, Suicide, Area, ed altri ancora, potevano essere ascoltati nelle radio ‘libere’ e (alcuni) potevano scalare le classifiche di vendita;
2) grazie ad una particolare congiuntura politica ed umana, Bologna si trovò a respirare la stessa aria delle grandi metropoli e diventò il luogo dell’avanguardia creativa dei giovani in Italia. Per me, da qui a trovarsi a chiacchierare con i Devo o fidanzato con Lydia Lunch, il passo fu breve.
I Confusional erano una band con un potenziale qualitativamente alto, e con una sfrontatezza, inconsapevolezza ed ingenuità culturali così fresche tanto che molti argomenti furono espressi tutti insieme, tra gli altri: - gli anni ’60 - l’Italia - il futurismo - il minimalismo - il banale - il design applicato a progetti discografici ‘pop’ - John Cage - il recupero della tradizione (il liscio) - l’uso dell’elettronica come giocattolo - il lounge.
Incredibile alchimista dei suoni della band fu Gianni Gitti.
Il “Confusional Quartet” è stato il primo gruppo di quell’epoca ad essere ripubblicato, esiste infatti un’antologia (totalmente rimasterizzata in digitale e con allegato il videoclip di ‘Volare’) curata dall’etichetta Elica di Ivrea.
La ‘confusione’ dei Confusional (senza parole, cioè senza cantante e senza relazionarsi esprimendo verbalmente i concetti artisticamente proposti) era l’affiancare repentinamente i più diversi generi musicali, mantenendo come comune denominatore l’energia rock’n’roll. Diventando un contenitore con dentro un macro cut up di musiche, stili e generi, tutto questo in era pre-telecomando.
Le parole gergali fondamentali dell’epoca erano: ‘tiro’ e ‘slego’.
Titolo:
"Volare"
Durata: 2' 30''
Lucio Ardito ( bass); Marco Bertoni (keyboards);
Gianni Cuoghi(drums); Enrico Serotti (guitars).
L’opera completa del Confusional Quartet è pubblicata all’etichetta Elica. Per ordinazioni e contatti: eadelica@tin.it
Il video fu ideato, prodotto e diretto da Gianni Gitti
Girato all’origine in 16 mm; durata: 2’30”
Un quarto di secolo fa (1980)
Si ringrazia Andrea Cernotto per la gentile concessione del clip