Questo mese Nadir ha invitato l’artista Giuliana Cunéaz.
Sono nata ad Aosta il 24 settembre 1959, mi sono Diplomata all'Accademia Belle Arti di Torino.
Ho utilizzato tutti i media artistici, dalla videoinstallazione alla scultura, dalla fotografia alla pittura sino agli screen painting (schermi dipinti), tecnica da me inventata. Dall'inizio degli anni Novanta ho iniziato un’indagine dove la ricerca plastica si coniuga con le sperimentazioni video e in seguito ho iniziato a lavorare con l’animazione 3D e quindi sulle immagini stereoscopiche, procedimento che utilizzo dal 2003. La mia è stata una ricerca che si è sviluppata per grandi cicli. Ho iniziato ad esporre a fine anni ottanta. Dal “Corpo immaginato”, passando attraverso lavori sulla Trance e gli Spazi Nomadi, sono giunta nel 2003 alla scoperta dell’animazione 3D e delle nanotecnologie.
Da allora il mio lavoro ha subito una svolta decisiva, in quanto sono riuscita ad indagare gli aspetti enigmatici e ambigui della materia. Il mio interesse per la trasformazione delle cose e del loro processo entropico mi ha permesso di sviluppare una rinnovata visione paesaggistica dove l’aspetto artificiale si sovrappone, senza mai coincidere, con quello naturale in una dilatazione progressiva dello spazio fisico e mentale.
Ho iniziato a presentare i miei lavori in importanti spazi pubblici e privati italiani e internazionali dall’inizio degli anni Novanta.
Partendo da immagini scientifiche e nanomolecolari, ho realizzato animazioni video in 3D, che ricordano mondi vegetali o, in taluni casi, paesaggi primordiali. Su questi sfondi visionari, in continua mutazione, sono, talvolta, intervenuta aggiungendo elementi pittorici con colori a smalto direttamente su schermi al plasma (screen painting). In tal modo si creano relazioni con le immagini sottostanti in 3D che generano una sensazione straniante. La fissità della pittura si interfaccia con il dinamismo e la mobilità della dimensione virtuale. I due tipi di immagine sovraimpressi producono un senso di profondità di campo molto particolare.
L’indagine attraverso le nanotecnologie mi ha portata alla scoperta di reperti intangibili a cui, successivamente, ho attribuito attraverso la modellazione e l’animazione, nuove identità. Le forme si susseguono in una storia che ci racconta una dimensione altra racchiusa segretamente nel cuore della materia.
Le forme create e modellate con la tecnica digitale del 3D appaiono come sculture virtuali. Ogni elemento si determina attraverso una rinnovata percezione visiva: in un grammo di materia si può immaginare siano contenute le forme e le energie dell’universo e questo apre uno scenario estetico nuovo, caratterizzato da una molteplicità di approcci che vanno incontro ad un “reale” spesso solo immaginato dalla nostra memoria.
“Giuliana Cunéaz ha afferrato l’importanza che riveste una rappresentazione “dal vero” e “dal vivo” d’un evento o di un distretto corporeo provvisto dei suoi ritmi, delle sue funzioni, dei suoi “palpiti vitali”; e questo secondo un’angolatura molto più partecipe e riguardosa di quanto non accadesse nei tanti casi di Body Art (Gina Pane, Gunther Brus, Vito Acconci, ecc.) dove la corporeità era straziata, oltraggiata, vilipesa o smaccatamente esibita… Mi permetto di giudicare quest’opera come messaggera d’una nuova e in buona parte inedita presa di coscienza circa il destino dell’arte visiva ai nostri giorni, e forse in quelli d’un prossimo futuro”.
Gillo Dorfles, 1993 (da ‘In Corporea Mente’, edizione Regione Autonoma Valle d’Aosta)
Per visitare i miei lavori: http://www.giulianacuneaz.com
Un video sulla mostra “Forma Fluens” a cura di Fortunato D’Amico e Barbara Carbone
Aprile, 2013, Macs di Milano
Sonoro, colore, riprese di Roberto Mosca, montaggio di Elena Gambalonga:
http://www.youtube.com/watch?v=GfsKiabVhH8
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