Anna Maria Mazzoni, poetessa verbomusicale.
Sono nata a Portomaggiore in provincia di Ferrara. Risiedo a Roma, dove mi sono trasferita per lavoro. Ho scritto su giornali di movimento e di lotta. Sono stata premiata a un concorso letterario con una testimonianza di lavoro all’estero. Ho vagabondato a lungo nella Germania Democratica raccogliendo i suggerimenti dei fantasmi romantici. Ho frequentato e frequento molte case…. Casa delle donne, Casa delle Letterature, Casa dell’Ariosto a Ferrara in Contrada del Mirasole. Lavoro con i “penati” nel cuore: Schubert, Goethe, Ariosto. Nel sangue invece la mediterraneità: vocali come suoni, endecasillabo come storia e nomadismo come cultura.
Mi interesso del rapporto tra parola e musica e accompagno le mie poesie con musica elettronica. La musica elettronica offre alla poesia varietà di codici e linguaggi e abitua chi scrive a considerare la parola uno strumento che deve integrarsi con altre percezioni sensitive.
Nei miei lavori è costante l’ascolto dell’esterno. E’ da questo ascolto che parte la provocazione e il bisogno di rispondere. I suggerimenti nascono dalla realtà. Alla relazione con l’esterno appartiene anche la musica elettronica per il suo continuo nutrirsi degli apporti della tecnica. E’ una componente che alleggerisce e arricchisce la comunicazione.
A volte è un pezzo di musica pronto che chiama una poesia, a volte è l’inverso.
Per la parte musicale sono seguita dal maestro Luca Spagnoletti.
Ho avuto critiche positive, ma non saprei classificare i miei lavori. Posso ancora dire di me che fatico ad entrare nel ritmo e nelle percezioni di chi cerca poesia all’interno di se stesso, di chi prende sul serio le proprie parole e di chi non sente il dovere di fare con la poesia anche denunce civili.
“Il Cappero”– che qui presento – risale a due anni fa. La poesia è brevissima, ma intensa. Trattandosi del Mediterraneo, anche il mare doveva avere la propria voce e durata.
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