Questo mese Nadir ha invitato l’artista Marta Roberti.
Sono nata nel 1977 nella laboriosa provincia di Brescia, dalla quale me ne sono andata a 18 anni per studiare filosofia a Verona. Mentre ero all'università frequentavo corsi di disegno e ho cominciato a dedicarmi intensamente alla pittura, ma in realtà credevo di voler fare la scrittrice. Dopo aver vagabondato per il mondo qualche anno, ho frequentato tra il 2006 e il 2008 il biennio specialistico di Cinema e video all'Accademia di Brera a Milano. Vivo a Roma dove lavoro come insegnante di filosofia, e questa disciplina è tra le componenti fondamentali dei miei lavori.
Tra le mostre più importanti: 2011, “Double espace”, Galleria La Nuova Pesa, Roma; “Progetto delle Accademie di Belle Arti”, Biennale di Venezia. “Corso Aperto”, Fondazione Ratti. 2010: “Il raccolto d'autunno continua ad essere abbondante”, Careoff, Milano, a cura di Chiara Agnello e Milovan Farronato.
Video proiezioni: 2011: “Living spaces”, international art festival, Damascus, Siria, a cura di Abir Boukhari.
2009: “L' altra lei, storie di donne al cinema”, Cinema teatro di Chiasso, Svizzera, a cura di Alina Marazzi. “Reservoir dogs”, elaborazioni audiovisive dalla Galleria Comunale di Arte Moderna di Monfalcone, a cura di Andrea Bruciati, Udine.
“Video it”, a cura di Mario Gorni, Cristiana Perrella, Fondazione Merz. Torino. “Video-report 2006-7”, Galleria Comunale di arte contemporanea di Monfalcone, a cura di Andrea Bruciati.
“Filmmaker 2003”, Cinema Oberdan, Milano.
Tra i premi: “Salon Primo”, 1° premio, 2008, Accademia di Belle Arti di Brera; “Metrocubo”, Galleria 400mq, 1° premio , Ancona. Selezionata per il “Premio Oscar Signorini 2010 al cinema di animazione tradizionale”, Fondazione d'Ars.
La caratteristica più evidente della mia ricerca artistica è quella di svilupparsi simultaneamente su un piano teorico-filosofico e su un piano pratico-artistico: da filosofa mi approprio dello strumento artistico visuale, non più di quanto da artista mi occupo di temi filosofici. Mi interessa superare il confine tra arte e filosofia lavorando a concetti propri della tradizione filosofica quali la ripetizione, il divenire, l’apprendimento e la neotenia.
Il disegno e la scrittura sono pratiche per me necessarie poiché il fare del corpo mette in moto il pensiero, che approda così ad altre forme espressive: archivi, video, fotografie, performance.
Il lavoro che presento qui è intitolato “Neotenica”.
In alcuni laghi del Messico da alcuni milioni di anni vive l'axolotl, una sorta di girino che si riproduce senza divenire rana. Neotenia è il termine scientifico con cui si indica questo strano gioco di prestigio della natura: il mantenimento di tratti infantili in età adulta. Neotenico è detto l'essere umano da alcuni scienziati, oltre che da certi filosofi e anche da Primo Levi in una novella dove l'autore immagina che la specie umana abbia in serbo un'inaspettata capacità di sviluppo: la potenzialità di trasformarsi in qualcos'altro, come se fino ad ora non avessimo vissuto che come bruchi ignorando di poter divenire farfalle. Il termine ‘neotenia’ mette quindi in gioco un'utopia: rievoca l'uomo-nuovo di Marx e l'oltre-uomo di Nietzsche.
“Neotenica” è un video realizzato con disegni ad acquarello. Rappresenta una donna-bambina con un corpo in sovrappeso, ispirato alla Venere di Willendorf, mentre sta imparando a camminare. Neotenica è una donna che continua a cadere ma che imperterrita si rialza, cercando un'altra volta l'equilibrio; una donna che compie sforzi immani per non cadere ancora, mentre con coraggiosa difficoltà cerca la posizione eretta.
Ogni singolo disegno riproduce fedelmente i movimenti di un bambino molto piccolo - il cui corpo ho trasformato in una sagoma femminile - che prova a fare i suoi primi passi davanti alla telecamera della madre, in un video che ho scaricato da Youtube e scomposto in tutti i suoi frame. Ho riprodotto anche l’instabilità della ripresa della madre che si muoveva eccitata tra i corridoi e le sedie della sala, e il senso di instabilità è stato rinforzato dall'uso dell'acquarello molto slavato, con cui ho disegnato la figura che si muove in uno spazio bianco.
Marta Roberti: “Neotenica”, sonoro, 2’ 38” (2009)
http://www.arthub.it/index.php?action=video&video=326
|