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Questo mese Nadir ha invitato Squaz, fumettista.
Sono nato a Taranto nel 1970.
Ho studiato al Liceo Scientifico e, dopo la maturità, all’istituto Europeo di Design di Milano, diplomandomi in Illustrazione nel 1992. In seguito, ho intrapreso la strada dei fumetti e delle illustrazioni, pubblicando inizialmente con il “Centro Fumetto A. Pazienza” di Cremona e con il gruppo “AlterVox”, per approdare poi a testate nazionali come “Rolling Stone”, “XL”di Repubblica e “Internazionale”.
Ho pubblicato diversi libri a fumetti, tra i quali “Ascension”, “25 Disegni”, “Entertainment!”, “Belli Dentro” e Pandemonio (quest’ultimo, su testi di Gianluca Morozzi).
E’ appena uscito un mio nuovo libro intitolato Minus Habens, edito dalla Grrrzetic Editrice di Genova; Repubblica nel supplemento XL di giugno ’09 ne dà un assaggio.
Conduco in Rete Hotel Tarantula.
Ho sempre pensato che i fumetti fossero un media parecchio sottovalutato e con un potenziale espressivo ancora in larga parte da esplorare. Mi affascina l’idea che con essi si possano creare autentiche opere d’arte e rimanere, nel contempo, accessibili e popolari; e mi affascina anche l’idea di dover “rivaleggiare” con media che hanno una ben altra visibilità e diffusione, il che, per altri versi, sarebbe invece frustrante anzichenó. Perciò, studio continuamente il modo per raggiungere il massimo della visibilità, senza snaturare il mio approccio originario che è sempre stato piuttosto “underground” (qualunque cosa voglia ancora dire questa parola).
Nel corso degli anni, comunque, ho cercato di mettere in pratica un’intuizione di Orson Welles, il quale (parafrasando) diceva pressappoco: “Se pensi di avere talento, scegliti una zona libera dove non stia lavorando nessuno e fai il meglio che puoi”.
Per me, all’inizio, i fumetti sono stati quella zona libera.
Adesso, applico ancora lo stesso concetto, ma rispetto al tipo di fumetti che scelgo di fare: se la maggioranza dei fumettisti facesse vignette di satira politica, probabilmente disegnerei storie d’amore; se invece si dessero tutti al romanzo epico, mi butterei sui fumetti fanta-porno.
Credo che questo si chiami “spirito di contraddizione”.
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